sabato 19 marzo 2011

Battesimo in rosa...


Ho appena iniziato una felice collaborazione con ARTARE, per chi non lo conosce è un negozio on line di materiali per noi amanti di questo mondo incantato dello scrap e stamping....e non solo.

Ha un blog con un sacco di idee, sia per le cerimonie che per mille altre occasioni.

Quindi... se volete vedere tutte le immagini della mia idea per un battesimo di una bimba cliccate QUI.
Elena

venerdì 18 marzo 2011

Il mio super-io... in un box!


Ogni mamma (e non solo) ha una lunga lista di cose che ha giurato e spergiurato di non volere MAI fare con il proprio figlio.  Tale lista, con il passare dei mesi, si riempie di voci barrate, cancellate. 
Perché ci sono cose che un mese prima sembravano inconcepibili e poi diventano, semplicemente, reali. Perché un giuramento si può anche spezzare di fronte ad un pianto, ad una notte insonne, di fronte al disagio del proprio bambino, o di fronte alla propria (instabile) sanità mentale da preservare.

La mia personale lista era rimasta quasi intatta:
  •       Far dormire Elisabetta da sola prima della quinta superiore: ok
  •     Abituare Elisabetta a non stare sempre in braccio: ok
  •     Interrompere l’allattamento prima della sua laurea: ok
  •     Non parlare solo e sempre di lei e di cose da mamma ovunque e con chiunque: lavori in corso
  •    Non confrontare continuamente il suo peso/altezza/girovita/numero di capelli con quello degli altri bambini: lavori in corso
  •     Non vestire Elisabetta di rosa confetto dalla testa ai piedi: parliamone. Nel senso  che non è proprio facile trovare vestiti da bambina carini in colori alternativi!! E soprattutto: se non la vesto di rosa e non le metto in bocca il ciuccio (rosa) con scritto "Elisabetta", non si capisce che è una bambina. Ho l’attenuante??
  •     Non mostrare orgogliosamente le sue cosce ad ogni sconosciuto: lavori in corso
  •     Non dire parolacce in sua presenza:  @*!#”?...
  •     Non usare su Elisabetta l’aspiratore nasale in luoghi pubblici: ok
  •     Non usare il girello: ok
  •    Non metterla nel lettone: ok, fin troppo. Nel senso che quando la mettiamo nel lettone per giocare con noi piange.  Ma disperata proprio.
  •     Non usare il box: AHIA. Beccata. Affondata. Kaput. 

Ho tirato fuori il box. 

Ho detto che non l’avrei fatto e invece l’ho fatto. Ho coperto mia mamma di bla bla bla il mese scorso quando me l’ha proposto, e una settimana fa l’ho tirato fuori, con enorme soddisfazione di mia mamma che ora penserà: “Basta fare il martello pneumatico per 3 giorni e la giuppy si convince! Ce l’ho in pugno!!”

Giuro: io non lo volevo usare, ho sempre pensato fosse un inutile contenitore creato ad hoc dal consumismo per relegare i bambini in uno spazio chiuso, irretire i loro bisogni e la loro individualità, trattarli come animali da zoo, tarpare le loro ali di bimbi innocenti, ingabbiare la loro libertà di esplorare il mondo, il tutto con conseguenze drammatiche sulla personalità dei bambini al punto di creare nel giro di 20 anni la nuova “generazione box” (certo che a leggermi sono proprio pesante!!!).
In realtà, dopo 2 settimane di gattonamenti in retro, la piccola donna cominciava a diventare veloce e sempre più spesso mi trovavo a disincastrare la sua testa da pertugi impraticabili, raccoglierla da terra dopo cadute di faccia e di nuca, era ormai diventato impossibile andare in bagno o cucinare se ero sola in casa (vi ricordo la funzione-folletto: bene, pensatela in bagno)… In più, Elisabetta ha iniziato a manifestare l’intenzione di volersi alzare in piedi cercando insistentemente appigli ovunque.

Seppur con qualche dubbio, ho iniziato a metterla nel box con tutti suoi giochi, e mi sono stupita piacevolmente di quanto fosse utile e comodo: Elisabetta ci sta volentieri, si mette in ginocchio, tenta di alzarsi, cade senza farsi male, insomma si diverte!! Io riesco a cucinare senza che mi venga un coccolone ad ogni rumore sordo che sento e (udite udite) riesco anche ad andare in bagno chiudendo la porta senza averla letteralmente tra i piedi!!

Non vi nascondo però che provo quel lieve senso di colpa per  non aver  tenuto fede al mio proposito, per aver ceduto su una questione che mi sembrava fondamentale… 
Lo so, è solo l’inizio di una lunga lista di sensi di colpa con me stessa… Ma che vi devo dire, ho un super-io sviluppatissimo.

E voi? Avete una lista come la mia? A cosa non siete riuscite a tenere fede? Come ve la siete cavata con il senso di colpa?

Ilaria: lo so che alla sola parola “lista” ti prudono le mani… aspetto un tuo commento!!!!

giuppy

giovedì 17 marzo 2011

Chicken chic!


Questi timbri gallinelle di Artemio sono troppo simpatici!!!
Ho pensato di usarli per un biglietto e  partecipare alla sfida di marzo di HDC!
La palette colori è stata rispettata: marrone, rosa, azzurro e verde.... Il risultato è questo.

Ah...dimenticavo...vista la giornata di oggi un doveroso messaggio: Auguri Italia!!!

Ele.

lunedì 14 marzo 2011

Elisabetta la Diva


Io ho solo un fratello, che amo molto.  Parliamo tanto, ridiamo tantissimo, ci prendiamo in giro, ogni tanto ci arrabbiamo anche… E’ capitato di piangere l’uno per l’altra e l’uno nell’abbraccio dell’altra. Insomma, ci vogliamo bene.  E mio fratello adora Elisabetta.

Elisabetta non ricambia per nulla il suo affetto.

Elisabetta sorride a tutti, sta in braccio a chiunque, sorride tranquilla ovunque e con chiunque sia.

Tranne che con mio fratello.

Lo scenario-tipo è: mio fratello si avvicina a Elisabetta sorridendo, con il tono della voce basso, con mille paroline dolci; lei lo guarda sospettosa e rifiuta cauta qualsiasi cosa lui le porga. Se va bene, si gira intenzionalmente a guardare qualsiasi altra cosa non sia mio fratello, se va male scoppia in pianti con annesso singhiozzo disperato.
Le azioni che hanno preceduto le eventualità “va male” sono state, per farvi un esempio: mio fratello che dice “no” mentre lei sta cercando di mordere il filo delle luci di Natale, mio fratello che la prende in braccio senza chiederle il permesso, mio fratello che entra nella stanza in cui c’è anche lei senza avvisarla con discreto anticipo. Tutte cose che noi facciamo ogni giorno con lei.

Ma con mio fratello no, tutto questo a lui non è permesso.

Da quando è nata, assistiamo impotenti ai tentativi di avvicinamento (maldestri, sono onesta) di mio fratello e alle scenate da diva di Elisabetta.

Scenate che fa solo con mio fratello.

Mio fratello all’inizio si è preso proprio male, non dico che piangesse ma l’occhio lucido c’era. Poi sembrava fossero diventati amici, complici mezz’ore interminabili a mediare un avvicinamento (fratello, dai il biberon a Elisabetta-Elisabetta, dai il cagnolino allo zio-fratello, prometti a Elisabetta che le comprerai un bracciale di Bulgari-Elisabetta, guarda cosa ti regala lo zio!).

Poi  hanno litigato per un capello e ora non sappiamo più cosa fare.

Ora vi racconto la storia, ma serve una premessa: Elisabetta, oltre che della funzione “RETRO” si è recentemente dotata anche della funzione “FOLLETTO”. Tale funzione le consente di trovare ogni pelo, pelucchio e minuscolo rotolino di polvere presente nel raggio di 3 metri, agganciarlo con le comode ventose che ha sotto le dita e portarlo alla bocca, dove viene aspirato in una frazione di secondo che rende il gesto invisibile all’occhio umano.  

Bene: ieri era impegnata a svolgere la sua importante funzione folletto su un tappeto di quelli finti-persiani (a casa di mia mamma, io non posseggo tali beni rari), proprio uno di quei tappetoni impossibili da lavare ogni 3 ore e per questo dotato di un discreto numero di pelucchi, fili, acari, polverina aggregata, DNA di dubbia origine.
Elisabetta-folletto trova un capello, le ventose lo agganciano e … prima che la funzione aspirazione entri a regime, mio fratello le toglie il prezioso capello dalla manina. Questo gesto, oltre che scatenate un singhiozzo disperato, ha segnato la fine della loro tregua:  Elisabetta ha piantato il broncio, sfoderato il suo migliore sguardo torvo,  delimitato le distanze, e per dare il segnale “cortina di ferro” ha fatto un rigurgito di banana sulla maglia di mio fratello.

Io trovo che il rigurgito di banana sia il peggiore in assoluto, ma non ho avuto il cuore di dirlo a mio fratello…

giuppy