Il silenzio più colmo di parole che abbia mai vissuto.
Giorni trascinati, calma solo apparente, la voglia che arrivi sera e poi, quando arriva, l'angoscia di affrontare un nuovo giorno.
Mattini di risvegli tristi.
Gli occhi di Elisabetta fissi sulle mie lacrime. La sua incapacità di capire, anche se in realtà sa tutto, da tempo.
Un'altra casa, un altro letto, ma sempre con il mio cuscino di piume, le stesse che riempivano il cuscino di mia nonna.
Fare i codini a Elisabetta, pur sapendo che li disferà dopo poco.
Sentire che la mia voce ha un suono nuovo... Ma forse sto solo invecchiando...
Sbirciare il blog dall'i-phone e maledire la sua lentezza.
Sentirmi sempre troppo sola, ma anche infastidita dalla gente che parla, soprattutto quando parla di me.
Quel senso di panico che trova il suo modo di sfogarsi dentro di me, prendendo la subdola forma di un sasso enorme piantato nello stomaco.
Le cose che amo, confuse nella mia testa.
Questo mio silenzio sul blog ha tante spiegazioni che potrei peró scrivere in poche righe, ma forse potrei lasciare che il tempo mi aiuti a trovare le parole per raccontare, per descrivere, per parlare dei mille movimenti che accadono dentro e fuori me.
Intanto, Elisabetta diventa sempre più bella, vivace, testarda, gioiosa. Attacca bottone con tutti, anche se a modo suo, ama sempre di più i cani, non piange mai molto nemmeno quando cade e si comporta bene in mezzo alla gente.
Fortunatamente, il contrario di me.
Giuppy