domenica 20 maggio 2012

Loneliness


Hai in mente una lista di persone da chiamare nel caso in cui fori una ruota. 

Sai fare la spesa, gestire una bambina, bere un caffè, chiaccherare, scaricare e sistemare la spesa. Tutto in due ore.

Programmi viaggi che non sai quando farai, perchè detesti guidare per lunghe tratte. Ma credi fermamente che li farai. 

Non hai più feste di compleanno a cui partecipare, hai pochi obblighi e ancora meno ricorrenze da ricordare.  

Puoi bere un caffè alle sette e mezza con grande calma, ignorando gli sguardi curiosi di chi non capisce cosa ci fai lì, ogni mattina, da sola.

Non sai mai controllare bene  quella vertigine di disorientamento che senti quando capisci che non ti sai muovere nelle relazioni con le persone che non conosci. 

A volte, la profondissima e ancestrale paura che ti possa succedere qualcosa di brutto ti prende per mano. 

Mi sono guardata indietro molte volte in questi mesi, e ho guardato avanti. So amare in modo profondo molte persone, ma non sono fatta per stare dentro a una coppia. La libertà e la solitudine accentuano la solarità del mio carattere, mentre le relazioni di coppia alla lunga riescono solo a tirare fuori il peggio di me.   

Non credo nell'amore, non credo nei poteri taumaturgici della coppia, non credo nella sacralità della famiglia. Non credo che il mio spazzolino da denti affiancato a quello di qualcun altro sia sinonimo di felicità. 
Credo nell'amicizia, nella bellezza delle relazioni con le persone, credo nel fatto che il mio universo emotivo possa arricchirsi di colori, sapori, viaggi, sensazioni. Ogni giorno, da qualche mese, mi apro al mondo, ma non sono più disposta a litigare con qualcuno per le banalità della vita quotidiana: voglio andare oltre adesso. Anche se andare oltre significa stare da sola. 

Conosco coppie bellissime che si amano davvero, che sanno rendere reale un progetto di vita: non penso che fingano, ma so che sono semplicemente persone diverse da me, hanno qualcosa che io non ho. Non le invidio: le stimo. 

Non sono solo disillusa e ferita: io credo che i sentimenti possano ricrearsi anche dalle macerie, se ci sono i presupposti giusti, ma non è il mio caso. Io ho capito di cosa ho bisogno e cosa non intendo più ripetere, avere, ricreare. Ammetto di avere manifestato spesso insofferenza nei confronti di famiglie felici al supermercato, ammetto di essere colta da un senso di nausea al solo udire la parola "matrimonio",  ammetto anche che dall'esterno affiorano di me atteggiamenti freddi, spesso incoerenti. Ci faccio i conti, metto tutto sul piatto di una bilancia: sull'altro piatto metto la gioia di sapere che ho ritrovato la fiducia in me e nel mondo, e non era proprio scontato. Quindi, le mie sbavature sono perfette e comprensibili per chi ha voglia di andare oltre. Per chi non ha voglia, restano quello che sono: sbavature di una donna mediocre. 

Io, mia figlia, mia mamma, mio fratello, la mia musica, il mio canarino, i miei amici, i miei libri, i miei vestiti. 
E' stupendo quando ti rendi conto che non ti serve davvero nient'altro. Non perchè il resto non puoi averlo, ma perchè l'hai scelto tu. 
giuppy