sabato 3 dicembre 2011

Card natalizia....


Lo confesso sono molto in ritardo quest'anno con le creazioni natalizie, inizio a postare la prima card.
Come sempre è molto easy... 

Gli alberelli sono un kit della Pinkpetticoat ritagliati e spessorati, ho punchato un fiocco di neve nei colori a contrasto, aggiunto uno strass  e timbrato l'augurio "Be Merry and Bright" di un set natalizio della Waltzingmouse Stamp's.

Raramente mi sbilancio... ma stavolta son sincera dicendo che a me piace molto!
E con questa card partecipo anche allo Scrappa e Vinci di dicembre di Hobby di Carta!

Ele

Portaconfetti con coniglietto.


Un'altra scatolina porta confetti per un battesimo per ARTarE.
Timbri coniglietto Toga, nastri Artemio.
Ele

mercoledì 30 novembre 2011

Il 25 dicembre 2009


Quando ho letto questo post, qualcosa si è mosso in me.
In me, che ultimamente sono granitica e fredda, che parlo dell'avvicinarsi del Natale in Facebook con post del tipo “Sento puzza di Natale”, che sto vivendo da qualche mese senza una vera dimora che sia mia e quindi senza nessuna voglia di albero, lucine, regali eccetera eccetera.
Il post di Simo mi ha fatto venire in mente il Natale del 2009.

Mio papà è morto il 10 dicembre 2009 (eh, lo so, parlo sempre delle stesse cose, e a che cosa mi serve altrimenti la blog-terapia???). In quel periodo c'erano già tutte le premesse  consumistiche di ogni Natale che si rispetti... e non c'è niente di peggio di essere tristi e sentirsi in dovere di essere felici. 
Una cosa mi faceva veramente star male: l'albero di  Natale dentro le case degli altri, quando la sera passavo in macchina e dietro i vetri intravedevo le lucine a intermittenza. Avrei spaccato ogni vetro con una sassata, perchè dentro quelle case per me c'era gioia, nella mia no, malgrado anch'io mi fossi sforzata di riesumare il mio albero bianco latte.
Mia mamma e mio fratello non avevano voglia di festeggiare, non volevano organizzare niente.
Ma io ero incinta, più o meno di cinque mesi. Quel pancino che non si vedeva, improvvisamente a metà dicembre era scoppiato, forse Elisabetta cercava il suo modo di dirmi: ok, adesso guardami, è il mio momento.

Io non sono una grande organizzatrice, accolgo con gioia gli inviti ma non sono brava a farli: non so mai cosa cucinare, se provo le cose prima vengono bene e poi la sera che mi servono faccio delle schifezze, non ho mai avuto molta cura dell'estetica a tavola... tipo che sono impazzita per dei bellissimi sottopiatti di vimini blu comprati a Lignano e non ho uno straccio di tovaglia blu e nemmeno un piattino azzurrino da abbinare. 
Ma insomma, quell'inverno mi ero sudata a suon di bollini il servizio di posate dell'Esselunga, mi ero fatta fare da mia mamma gli astucci di stoffa per dividerle e riporle come una vera donna di casa. Perché non provare a organizzare un pranzo?
E poi... a mio papà piacevano le feste, era contento quando stavamo insieme, con i bimbi e mia mamma presa dalla frenesia che a tavola non ci fosse abbastanza cibo, la gara a prenderci in giro dopo qualche bicchiere di vino. A mio papà piacevano le noci e il pandoro, come a me.
E allora proviamoci.
In quel periodo di sbalzi ormonali amavo moltissimo i cibi bianchi: panna, mozzarella, fontina (e anche l'albero di Natale bianco, sì)... Per l'occasione ho cucinato le lasagne bianche (cioè solo con mozzarella, grana e fontina), credo di averle propinate a chiunque sia venuto a cena in quel periodo, ma, essendo incintissima, nessuno ha mai osato dirmi: scusa, buone eh.... ma il pomodoro dov'è??
Mia cognata ha portato la sua famosa lonza al latte, tantissima lonza al latte che ancora riempie il mio freezer in comode monoporzioni (forse è ora che mi informi sui tempi di scadenza della carne surgelata) e la cremina al mascarpone per il pandoro, quella che potresti anche comodamente usare come impacco nutriente per i capelli secchi, con ottimi risultati. 
Ho preparato i segnaposto con i nostri nomi e ho comprato una piccola stella di Natale per mia mamma e mia cognata; i miei nipoti hanno portato la loro allegria, qualcuno ha portato le noci e il pandoro, io ho messo in tavola il mio bellissimo servizio di posate nuovo e ho girato per casa tutto il giorno con un vestitino grigio aderente che metteva ben in evidenza la mia pancia.
Sotto il mio albero (bianco, se non si fosse capito), due regali importanti: il biglietto per il concerto degli U2 per me (Torino-6 agosto 2010-che giornata!!!), e il primo carillon per Elisabetta.

Abbiamo chiaccherato di cose banali, ci siamo seduti sul divano dopo pranzo, abbiamo fatto volare aerei di carta, abbiamo aperto i regali comprati all'ultimo minuto, come tutte le famiglie fanno a Natale.
Abbiamo provato a dimenticare la tristezza di giorni trascinati dentro la malattia e il dolore, ci siamo sforzati di pensare che in fondo a Natale tutti hanno il diritto di essere un po' felici.
Solo per quel giorno, abbiamo provato a mettere davanti a noi, sul tavolo, le cose belle, non quelle tristi.
Non ci siamo riusciti del tutto, perché l'assenza è una grandissima stronza che si manifesta nei modi e nei luoghi più subdoli.

Però ci abbiamo provato.

E' stato un Natale sereno, nonostante tutto, un Natale senza grasse risate e senza frenesie, il primo Natale senza mio papà ma anche con Elisabetta, il primo Natale in cui i legami con la mia famiglia si sono rivelati fragili e delicati, il primo Natale in cui mi sono sentita davvero sola, ma in fondo... in ottima compagnia.

Ho alcune foto di quel Natale, ma sono perse nel mio pc che purtroppo da un mesetto non dà segni di vita... ho scelto quindi di utilizzare la foto di una delle creazioni della Ele, che ormai da un anno a questa parte è la mia fornitrice ufficiale dei regali di Natale!


Con questo post partecipiamo con mooooolto piacere a Ricordi di Natale: il candy di A casa di Simo.

Giuppy e Ele.