mercoledì 28 marzo 2012

Giuppy per Ele


E' passato ormai del tempo e non l'abbiamo celebrato a dovere (come non si festeggiano molto i compleanni oltre i 30), ma è comunque più di un anno che io e Ele convidiviamo questo spazio virtuale... e non solo. 

Non parliamo mai molto di noi, o meglio, lo facciamo sempre indirettamente, lasciando che al posto nostro parlino foto, spezzoni di vita, metafore e racconti.

Ma un paio di cose vorrei dirle. 

E' inziata in modo strano quest'avventura, con tante perplessità e reticenze: avremo abbastanza argomenti da mettere sul blog? Ma non cozzeranno i nostri post così diversi? Qualcuno ci seguirà davvero? Abbiamo iniziato questo nostro progetto (così mi piace pensarlo) con titubanza e curiosità, tenendoci sempre l'uscita di sicurezza "Vabbè dai, se non ci legge nessuno chiudiamo tutto e amen". La verità è che ci siamo appassionate, abbiamo incontrato blog bellissimi e abbiamo trovato dei volti dietro alle parole degli altri, abbiamo scoperto un mondo nuovo.

Se qualcuno mi avesse detto  che un giorno mi sarei ritrovata a scrivere su un blog insieme a Ele, chissà se ci avrei creduto....  Siamo diverse noi due: lei alta e bionda, io bassina e mora. Lei sportiva, sempre in movimento, un vulcano di idee, sempre pronta a mettere la testa nelle novità, a buttarsi con impegno in ogni cosa che sfiora. Io, una pigra abitudinaria un pò superficiale, che a volte si perde rimirando l'azzurro del cielo. Lei è sempre equilibrata, soppesa le parole e le affermazioni, si ferma sulla soglia molto prima del conflitto, con calma. Io sono esattamente il contrario: un carro armato in ogni cosa che affronto. Lei cura i post, le foto, lo scrap, con una precisione e un impegno invidiabili. Io scrivo post di getto alle due di notte e aggiungo foto fatte con il cellulare. 

Gestire un blog insieme è facile solo perchè ci siamo date due regole, semplici ma intoccabili da un anno: mantenere un minimo di alternanza e avere il massimo rispetto per lo spazio che condividiamo. Questo significa che entrambe leggiamo i reciproci post in anteprima e ci consultiamo sugli errori di ortografia o sulla foto migliore da pubblicare. Ma significa anche che se domani mattina decidessi di pubblicare un post senza che Ele lo abbia letto prima, mi basterà mandarle un sms "Ho buttato su un post, vai a vedere" per avere la sua piena approvazione. 

Quello che c'è tra me e Ele si chiama fiducia, rispetto,  ma si chiama anche amicizia, stima, affetto.
Non è facile andare d'accordo con me, non è sempre semplice apprezzare le mille sfaccettature del mio carattere, e anche Ele non scherza... Malgrado le mille cose che ci distinguono, io e lei abbiamo molto in comune: quel che basta per stare bene insieme.

Ele è un sacchetto con i cantucci fatti apposta per me.
Ele è un aperitivo di chiacchere e risate. 
Ele è guardare le suo foto e pensare: è talmente brava che nemmeno se ne accorge. 
Ele è vivere con un pizzico di ironia, che supera sempre di un passo la tristezza. 
Ele è l'unica che capisce la mia malsana abitudine di trasformare frasi in sigle incomprensibili ai più.
Ele è dire le cose nel modo giusto, al momento giusto, ma senza giri di parole.

Grazie perchè mi sopporti, anche e non solo qui.

P.S.: Questo post, Ele, non si poteva proprio leggere in anteprima... 
giuppy

domenica 25 marzo 2012

12/52 wp... Il linguaggio segreto dei fiori.




Contrariamente alla maggior parte delle donne non ho mai avuto un gran feeling con i fiori.
Al di là del fatto che io non abbia il pollice verde, nemmeno con quelli recisi ho mai instaurato un gran rapporto.
Posso dire di aver avuto  una lunga convivenza pacifica solo  con una Sansevieria.

Ci siamo capite subito io e lei...

L'ho messa sopra al top della mia cucina, in un punto che scenograficamente aveva il suo perchè, e li' l'ho "dimenticata" per ben sette anni.
La spostavo solo per pulire il mobile e per spolverare quella  specie di ventaglio di foglie a forma di lancia che la faceva sembrare quasi piu' ad una scultura moderna, che  ad una pianta.


Per tutti i nostri  anni di convivenza non ha mai chiesto nulla.
Mi vergogno (quasi) a scriverlo, ma in sette anni non l'ho mai bagnata, mai... 

Probabilmente riusciva a prendersi l'umidità che le serviva dall'ambiente in cui era.

Non mi pongo la domanda perchè non ho una risposta, ma una certezza si'.
La famosissima crisi del settimo anno si è manifestata il giorno in cui mia mamma (notoriamente dotata di pollice verde) ha insistito perchè la bagnassi.


Tempo una settimana e la pianta morta.
Qualche tempo dopo  mi è stato regalato un costosissimo bonsai, mi è bastato meno di un secondo per giurare a me stessa che se avesse superato il mese in casa mia, avrei potuto sparare i fuochi d'artificio.
Non ho dovuto spendere soldi in polvere da sparo ovviamente!
Da un anno a questa parte sembra invece che io abbia firmato un armistizio con i fiori, ho ottimi rapporti con le orchidee, ne ho ben sei vasi e mi stanno dando enormi soddisfazioni.
E allora, perchè la foto di una magnolia?!
Il motivo è subito spiegato, ho questa pianta nel giardino di casa , la vedo da quando son piccina ed è cresciuta con me.
E' la prima pianta che fiorisce con l'arrivo della primavera.

Ho sempre amato i suoi fiori, cosi' bianchi, carnosi e delicatamente profumati per il loro contrasto che creano sui rami completamente spogli di foglie.
Rispetto alle altre piante infatti le foglie arrivano solo dopo la fioritura, quasi come a dare la possibilita' ai fiori di  farsi ammirare in tutta la loro bellezza.
Al mio compleanno mi è stato regalato un libro che mi è piaciuto molto, e che vi consiglio se non l'avete letto:

 "Il linguaggio segreto dei fiori" di V.Diffenbaugh.


Una gran bella storia, e in essa anche la straordinaria capacità di comunicare emozioni profonde con il linguaggio segreto dei fiori appunto. 
Per fare qualche esempio: lavanda per la diffidenza, la rosa bianca per la solitudine, l'orchidea per la raffinata bellezza, la camelia per mettere il destino nelle mani di qualcuno e ....la magnolia... per la DIGNITA'.
Ogni essere umano ha una profonda dignità, spesso la calpestiamo inconsapevolmente e altrettanto spesso lasciamo che gli altri calpestino la nostra.


Io forse  penso alla dignità come a qualcosa di astratto,a volte la sento flebile e in tanti fatti che hanno messo a dura prova la mia autostima addirittura assente.
Eppure  l'ho vista chiaramente  la dignità.
L'ho vista in mio padre  e nel suo modo di affrontare quella tremenda malattia, nella sua capacità di non farci percepire  il suo dolore, nella sua paura di non farcela.
 L'ho vista in tante persone che a differenza mia non si limitano a star malissimo per situazioni scomode, ma che sanno svoltare al momento giusto prima di andare alla deriva.
In questo libro inoltre c'è un riferimento esplicito anche alla FOTOGRAFIA!


Insomma chi l'ha gia' letto, sa bene di cosa parlo, per chi invece non l'ha ancora fatto spero di aver insinuato con questo post  un po' di curiosità...
Elena.