Durante i nove mesi della mia gravidanza ho letto alcuni libri, ho preparato complesse tabelle in cui registrare ogni respiro della mia bimba (scherzo, ma non troppo), ho iniziato a scrivere un diario per lei, ho studiato circospetta le altre mamme, ho immaginato e sognato.
Ho anche pensato a molte cose, e pensando ho inevitabilmente cambiato il corso della mia esistenza, e anche quella delle persone che mi amano e che vivono con me.
Un pensiero soprattutto è stato all’inizio ricorrente e poi sempre più pressante: ho cominciato ad intuire che per vivere pienamente la maternità dovevo ripensare il rapporto con mia madre. Non so come la pensate voi, forse per qualcuno è una questione scontata, per me non lo è stata. Ho iniziato a rendermi conto che di lì a poco una persona mi avrebbe chiamata “mamma”, e per me quella parola significava Quella mamma, la mia, quella che ho amato/odiato/amato/odiato per tutta la vita.
L’iniziale intuizione che “qualcosa” doveva essere preso in mano ha iniziato a trasformarsi in un’esigenza urgente: che cosa me ne faccio del rapporto con mia madre? Lascio che fluttui in balìa degli allontanamenti e degli avvicinamenti della vita? Sarò una madre diversa da lei solo perché riesco a fingere di riuscire a impararlo dai libri? Che cosa me ne faccio dell’idea di madre che si è depositata in me?
E’ stato un percorso difficile, non ancora concluso. E’ stato come rivoltare la mia vita, trovarci dentro le cose che odio, dare loro un nome, rileggerle per ricordarle e dimenticarle insieme. E’stato come cercare tra i miei ricordi quei momenti di tenerezza, quella sera d’estate a mangiare all’aperto l’anguria. E’ stato anche vedere mia madre per quello che è, perdonarla e permettermi di guardare oltre, cercare di vederla con il pancione, a fine luglio di un anno lontano. Ho sfogliato più volte i miei album, le mie foto da piccola, ho scrutato con attenzione le sue espressioni, i suoi sorrisi, la foto di lei che mi allatta. Lontanissima e vicinissima.
Ho fatto pace con le contraddizioni che mia madre ha lasciato in me, ho fatto pace con quello che ha voluto darmi. Non ci sono state solo cose negative, chiaro, ce ne sono state anche molte belle, positive, calde, di quelle che solo le mamme possono dare. Il problema è che a me nella vita capita sempre di vedere tutte le cose positive insieme, e dopo poco tutte quelle negative, a cascata. Questi mesi mi hanno aiutata a unire le cose belle e quelle brutte in un quadro che tenesse conto degli errori, delle paure, delle chiusure, dei gesti d’amore, dei doni: tutto mi era più chiaro, finalmente. Non solo perché iniziavo a viverlo anch’io, ma perché iniziavo a riflettere.
Mi sono sentita dire spesso che i neogenitori finiscono per fare gli stessi errori dei propri genitori.
Io non ci credo, lo dico con coraggio e anche con un po’ di arroganza. Non ci credo perché, nonostante tutto, credo nella capacità delle persone di modificare e cambiare il loro destino. Credo che ci sia un margine entro il quale possiamo scegliere chi vogliamo essere, credo nella nostra forza di modificare gli eventi, a volte basta solo cominciare a rifletterci su.
Non so se sarò una madre migliore o peggiore della mia, so che un giorno mia figlia dovrà affrontare l’idea di madre che si sarà sedimentata durante i giorni passati insieme, ed è stupefacente perché non ho ancora finito di scandagliare le ambivalenze dell’essere figlia … e già mi devo confrontare con le ambivalenze dell’essere madre.
Mi rendo conto che questi possono sembrare pensieri banali, ma io ne sono profondamente affascinata! E non solo io, visto QUESTO post…
giuppy
che bel post Giusy!
RispondiEliminasai, in questi giorni, anche se in maniera diversa, stavo riflettendo sulle stesse cose...
la Giusy e sua mamma: che relazione complicata!!!!! :-) ma in fondo è per tutte un po' così...anche se la Rita ragazzi, quando ci si mette!!!!! qui non c'è il tasto mi piace...allora lo scrivo! Iri
RispondiElimina@daria: sai che io in questi pensieri mi ci perdo proprio? e scrivere aiuta! ;))
RispondiElimina@iri: io lo so che la ely andrà dall'ale a dirgli "che palle mia mia mamma non mi lascia venire al capogiro in mototino con te" :))
e sicuramente verrà dal suo papà che li porterà e andrà a prenderli e tutti insieme andremo a fare colazione, lore due i loro amici io e papà Luci.
RispondiEliminaSono sempre più sicura che tu già sei e sarai una mamma meravigliosa e sai perchè? Proprio perchè il motivo è dentro nelle domande che ti sei fatta e ti continui a fare sul percorso che stai facendo e questo credimi è il modo migliore per cercare di essere un buon genitore. Non so se mai avremo la certezza di aver fatto un buon lavoro con i nostri figli, ma di sicuro non siamo tipe da stare alla finestra a guardare lo scorrere della vita senza esserne protagoniste. Mi riconosco molto nelle tue riflessioni e permettimi di dirlo che questo mi fa molto piacere per diversi motivi di cui uno è che vista la differnza anagrafica tra te e me, posso riconoscere con modestia che allora non sono ancora così "vecchia" e che ho ancora molto da dire e da fare!Baci.....
RispondiElimina@iri: cappuccio e cornetto alle 4 del mattino?? ;)
RispondiElimina@anonimo: grazie! e... alla finestra mai!!!!
giuppy
non sono mamma e non so se vorrò esserlo, mi interrogo spesso sul rapporto con mia mamma, che come il tuo è di amore/odio
RispondiEliminanonostante la mia età(quasi 30...)mi sono resa conto da poco che mia mamma...oltre a essere mia mamma, è una donna, una moglie, un'amica, una figlia, una persona imperfetta come tutte, come me.
fare il genitore è anche sapere di sbagliare e di non poterci fare niente, non lo dico in modo negativo, anzi, il fatto di non poterci offrire 'la perfezione' ci permette di crescere, sperimentare, scoprire, essere, diventare e per questo ringrazio la mia di mamma nonostante ci siamo cose che mi fanno male, nonostante ci siano cose che ci allontanano, perchè penso che nonostante questo, se mamma diventerò, magari mia/mio filgio, potrà vedermi imperfetta come sono e amarmi ugualmente, nonostante tutto...perchè saprà, come io so della mia, che ha fatto tutto quello che poteva con tanto amore
i tui pensiri sono tutt'altro che banali...un bacio
ale82
grazie ale, sono sicura che interrogarsi su questi aspetti aiuta a essere persone migliori, oltre che mamme migliori... migliori, non perfette... la perfezione può esistere per tante cose della vita, ma per queste purtroppo (e per fortuna) no!
RispondiEliminagrazie x il tuo commento,
giuppy
Per me con un papà ed una mamma così Elisabetta è veramente fortunata!
RispondiElimina@fefo: grazie!! e complimenti per il tuo blog!
RispondiEliminag