domenica 23 gennaio 2011

9 mesi + 8 e un pò


E’ già da qualche tempo che sto facendo il conto alla rovescia, ma ultimamente comincio ad essere nervosa: il primo febbraio tornerò al lavoro, fine del periodo di maternità.
Già solo questa frase potrebbe bastare, credo, a  far capire in che tunnel sono finita: ansiaansiaansiaansiaansia!! Non amo molto i bilanci, ma stasera ho voglia di ripensare a come sono andate le cose…
I primi mesi a casa con il pancione sono stati noiosetti: qualche problemino che mi impediva di fare shopping selvaggio, tante incertezze, tanta stanchezza. Più la pancia cresceva, più diventava difficile muovermi: io ricordo che facevo UNA (e dico UNA) cosa al giorno: che fosse svuotare la lavastoviglie, togliere le etichette ai body taglia 1 o leggere, riuscivo a fare una sola cosa e poi mi sentivo sopraffatta dalla stanchezza, fine dei giochi. La stanchezza che si prova in gravidanza è inconfondibile: pervade l’organismo e la mente, è assolutamente inutile opporsi! Parola d’ordine: divano.
Sui giorni precedenti e successivi alla nascita di Elisabetta non ho intenzione di stufare ora, si sappia solo che è stato un terremoto, ma di quelli proprio belli.
Quando mi sono resa conto di aver esaurito le persone a cui raccontare con dovizia di particolari parto e annessi, è iniziato un lungo periodo di assestamento (con qualche scossettina) in cui mi sono sentita come la cameriera di un hotel vista tangenziale.
Spiego… per certi aspetti avere un bambino è come accogliere in casa un perfetto sconosciuto, al quale devi servire i pasti a richiesta, rifare il letto, pulire la stanza, fare servizio in camera ad ogni ora della notte… Come una cameriera, tu devi conoscere il cliente alla perfezione per soddisfare ogni sua richiesta, il cliente invece ignora il tuo nome e non è minimamente interessato alle tue esigenze e ai tuoi stati d’animo. Ecco, all’inizio è stato un po’ così.
Non so se esiste un innamoramento immediato al proprio figlio, per me non è successo. Io ho dovuto capire e conoscere quell’esserino che era venuto a vivere in casa mia, quella bimba che occupava tutti gli spazi liberi, pretendeva e chiedeva (nemmeno molto chiaramente) e non lasciava mai la mancia.
Gli argomenti prevalenti in questa casa sono stati per mesi: le coliche: autosuggestione o problema reale? modi per utilizzare il finocchio in ogni piatto di un menù a sei portate, preparazione del minestrone anti-colica perfetto, nesso tra uso del condizionatore e mal di orecchie, sondino sì o sondino no…. Uno spasso! Ma uno spasso sul serio, perché per fortuna anche in alcune situazioni difficili il senso dell’umorismo si è salvato, e a volte aiuta di brutto!
E poi….Fine del periodo di astensione dal lavoro.
Sì, nel senso che dopo i primi tre mesi di ansia/gioia/nervoso/fatica/allegria, il tempo è volato. Quasi sei mesi in un soffio. Non scherzo, davvero è stato così per me. Perché quando la cameriera comincia ad amare alla follia il cliente (e il cliente comincia a lasciare copiose mance) non si sente più come se stesse facendo un lavoro pesante, si sente innamorata persa, si sente felice. E quando si è felici, è cosa nota, il tempo vola.  Io e Elisabetta ci conosciamo meglio, sappiamo cosa piace all’una e all’altra, abbiamo la nostra routine che scandisce le giornate, le nostre abitudini, le nostre frasi magiche, i nostri momenti “no”.  Viviamo in un mondo parallelo: gli altri corrono, lavorano, si svagano, noi due viviamo i nostri giorni insieme, muovendoci su due linee del tempo che scorrono vicine: a volte cozzano e a volte si incastrano perfettamente. Io non ho mai avuto una persona così vicina a me per così tanto tempo, non ho mai guardato un volto così a lungo, non mi sono mai sentita così indispensabile e inutile insieme.
Sarà dura tornare alla vita “reale”, quella fatta di corse-stress-oddio che ore sono-quante cose da fare-che storia è venerdì-devo fare la spesa… perché è indiscutibilmente più interessante e bello (maledettamente bello) guardare una bambina che gioca con le sue mani* .
Ci sono molte donne costrette a tornare al lavoro dopo i primi tre mesi di maternità per motivi economici, perché il 30% di uno stipendio è proprio poco, nel mio caso ci si pagano a stento le bollette,  forse qualcuno non ci paga nemmeno i pannolini. Ci sono donne che un lavoro non ce l’hanno e quindi sono costrette a rimandare la possibilità di fare un figlio, e questo non è un atto di egoismo come a volte ci viene fatto credere, è una distorsione della nostra società . Io sono convinta che una donna non dovrebbe mai scegliere tra lo stipendio, il lavoro e un figlio, credo che un mondo civilizzato dovrebbe avere ben chiare le priorità, e mettere davanti a tutto la vita, non i soldi, creando le condizioni perché i bambini possano stare sereni con le loro mamme il più a lungo possibile. Ma io sono stata immensamente fortunata, e quindi questi discorsi fatti da me non hanno un gran senso.  Però ci penso, e quindi nonostante tutto tornerò al lavoro con responsabilità, sapendo che quello che ora mi sembra un gran peso è invece una fortuna enorme, e non vedo l’ora di spiegarlo a Elisabetta.
Giuppy
*Se vi ho convinte, vi prego di mandare una lettera al mio datore di lavoro chiedendogli di continuare a pagarmi per stare a casa con Elisabetta.  Grazie.    

22 commenti:

  1. Cara Giuppy, leggere questo tuo post, mi ha riportato indietro nel tempo, esattamente a 14 anni fa! É tutto vero quello che dici ..l'ansia , il terremoto, il cliente e la cameriera, l' innamoramento e le mance ! Queste ultime due cose aumentano in maniena esponenziale ! Almeno per me é stato cosí. In effetti il ritorno alla vita "reale" sembra impossibile, ma poi ci si "assesta" .
    Hai ragione anche per quanto riguarda il tempo che passa ! Passa cosí in fretta . E quel frugoletto da 50 cm é diventato un ragazzo da 170 cm! Ma é stata ed é un'esperienza fantastica!
    Vi auguro tantissime cose belle !!!
    Giusi

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  2. che bello sapere che non sono l'unica a sentire scivolare via il tempo!!! e.... che bello, abbiamo lo stesso nome!! grazie!
    giuppy

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  3. Anche se non ho la piu' pallida idea di cosa significhi dover rientrare al lavoro dopo tante emozioni forti, ti dico solo che io ci soffro a doverci ritornare dopo soli 15 gg di vacanza e senza un cucciolino che mi ha stravolto positivamente la vita nei mesi precedenti!!!
    Coraggio Giuppy. ele

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  4. Conosciamo le tue qualità e doti...potrai farcela...e la sera rivedere Ely ti ripaghera' di tutto..un abbraccio Sabry Jerry e Stefy

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  5. Sabryyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy!!!!!
    che brutto tornare al lavoro senza di te!!!
    grazie per la visita e il commento!!

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  6. :-) odio dovertelo dire e so che in questo momento mi invidi ma...coraggio!!!!! il lavoro che fai è sempre stato importante per te, non ti ho vista mollare mai. Le priorità nella tua vita sono sicuramente cambiate, ma se ho capito anche solo qualcosa di te so che lo continuerai ad amare il tuo lavoro, ci metterai la stessa passione di sempre e, siccome le donne sono power, riuscirai a mettere in tutto questo anche Elisabetta e il vostro amore sconfinato... Iri

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  7. iri poweeeeeer!! lo so che mi basterà una settimana per tornare stressata come prima... ma cercherò di vedere il lato divertente del casino :)) g

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  8. Hey giuppy, lo sai che mi hai commosso?!!!
    Confermo in tutto e per tutto...La storia della cameriera rende così bene l'idea...questi piccoletti sono delle tremende sanguisughe, ti rubano tutto lo spazio, l'energia, il tempo...ma basta un solo, piccolo accenno di sorriso per farci dimenticare tutta la fatica e per ricordarci quanto siamo fortunate ad avere un tesoro così grande!
    Dopo entrambe le maternità, il ritorno al lavoro è stato un po' duro, mi mancavano così tanto le piccole pesti...però poi si prende un nuovo ritmo e tutto si assesta, basta solo organizzarsi un po' e sfruttare al massimo il tempo da passare insieme.
    Forza e coraggio! Baci, Fra.

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  9. Ciao Giuppy!
    Grazie per le tue parole sul mio blog.. son passata di qui per conoscerti.. e scopro che stiamo vivendo la stessa situazione..
    Io dovrei rientrare al lavoro ai primi di marzo.. e sono come te presa dall'ansia.. certi giorni vado in crisi nera.. non so se riuscirò a "staccarmi" dal mio cuoricino..
    Mi vien da piangere anche solo a parlarne.. ma sono giorni così..
    Hai descritto perfettamente tutto.. non avrei trovato parole migliori..
    Ti abbraccio forte e.. mi sentirò meno "sola" in questa esperienza!!!
    Grazie!
    Manu

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  10. che bello questo post!!!!!!!!
    ti auguro un buon rientro al lavoro... ce la puoi fare!!!!
    un baciotto
    fiore

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  11. Ciao Giuppy, ti dico già che sarò sicuramente una nuova follower... :)
    E' stato... dolcissimo. Mi hai commosso, io sono giovane e sebbene non posso capire realmente quel che hai descritto, devi credermi, lo vorrei.. Sono fra quelle ragazze che come hai giustamente descritto, devono rimandare la nascita di un figlio per la mancanza di lavoro, quindi penso che l'attesa sarà ancora molto lunga in quel senso... Nel frattempo mi concederò la tua compagnia, con le tue parole bellissime che descrivono cosa sia.
    Tanti auguri per un futuro sereno e zuccheroso, pieno di pappine e sorrisi sdentati :)

    Hugs,
    Elena

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  12. @franz: grazie, ogni persona che mi aiuta a capire che ce la farò è preziosa per me!!
    @manu: il commento te l'ha lasciato la mia compagna di blog, ele, che è un'artista come te (ma confermo, le scarpine sono stupende!!!!). E vedo che sei anche una mamma come me... che bello!! guarda, io da stamattina mi sento ufficialmente come la condannata in attesa dell'inserimento nel braccio della morte. Ma... qualcosa mi dice che tra un pò ci rideremo su!!!!
    @Elena: benvenuta nel nostro mondo un pò matto... spero di non farti scappare la voglia di fare un figlio!!!! grazie per le tue parole, grazie davvero di cuore.
    giuppy :)

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  13. @fiore: grazie, lo stavo rimuginando da un pò... :))

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  14. Conoscendo molto bene, (come tu sai), il tuo datore di lavoro, ti posso assicurare che l'ultima cosa che farebbe è quella di pagare chiunque per essere una donna "normale" visto che lei non lo è.....quindi l'unica cosa che posso dirti è che io ti supporterò in tutti i modi possibili al lavoro e non, soprattutto dopo la mia "rinascita". Comunque anche se mi dispiace per te che devi lasciare la Ely, io . non vedo l'ora di averti ancora in ufficio per riornare ad avere ancora un raggio di sole nel delirio giornaliero degli ultimi tempi.
    Vorrà dire che ogni tanto ci faremo un fischi da un piano all'altro e usciremo fuori per fumarci una sigaretta e per fare spetteguless!!!

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  15. grazie anonimo ;)) non vedo l'ora di scendere le scale, aprire la porta e urlare: casinooooooooooooooooooooooooooo!!!!
    mi sei mancata in questo anno :))))))

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  16. Anch tu.... non sai quanto! Baci......

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  17. Bellissimo il racconto che hai fatto! E' proprio vero, condivido con te tante cose, soprattutto penso sia fondamentale stare con la propria bimba, io ho avuto la fortuna di poter stare con lei fino ai tre anni e nonostante tutto ogni tanto mi sentivo in colpa perchè non lavoravo, ma quando ho cominciato a lavorare mi sentivo in colpa per non essere con lei, diciamo che lo stacco l'ho sentito decisamente più io che lei e che bello ricordare quando si stava tutto il giorno insieme, ovvio con alti e bassi.
    Cmq se il datore di lavoro dovesse mai leggere i post sappia che.......le mamme dovrebbero stare a casa coi propri bimbi senza perdere il lavoro e.....retribuite (vabbè crediamo ancora alle favole ;oP)
    Ciaooooo

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  18. grazie crissi!! hai ragione, crediamo proprio nelle favole!! Che bello però poter stare tre anni con la tua bimba! non sai quanto ti invidio in questi giorni!! :))

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  19. TU DEVI TORNARE AL LAVORO, altrimenti ne andrà della salute mentale della mamma, e in conseguenza DELLA MIA SALUTE MENTALE! vero giusy che mi aiuterai :)
    un bacione
    Elisa

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  20. ci proverò elisa.... sempre che IO riesca a mantenere la mia salute mentale!!!!
    un bacio e grazie per essere passata di qua :))

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  21. Mi hai fatto proprio ridere!! E di figlie ne ho 2 anch'io... non è facile tornare a lavorare ma si può fare! Però... tenere bene a mente che cambiano le regole del gioco. Quindi rifare la lista delle priorità. Tra queste: ordine, pulizia estrema,manie di perfezione e amenità varie vanno spostare in fondissimo alla lista ;)

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  22. @cristina: è proprio vero, hai ragione...penso proprio che userò tutto il mio tempo libero per stare con la mia bimba al parco e non per lucidare il pavimento!!!!! (non che ora lo faccia, ma sai, ogni tanto vengono strane idee....) grazie per il tuo commento!
    giuppy

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