martedì 25 gennaio 2011

Le domande.


In questi giorni, parlando con un’altra mamma, ci siamo scambiate qualche sensazione a caldo sulle domande che ci vengo insistentemente poste.
Lasciamo perdere quello che succede durante la gravidanza…. Credo di aver spiegato almeno a 20 persone (incredule) perché la gravidanza si calcola in settimane e non in mesi (“Sei sicura?? Ma guarda che  40 settimane non sono 9 mesi!!!!!!!”). Ho risposto a infiniti “come la chiami?”, costringendomi poi ad ascoltare i commenti: “Ah, è il nome di tua nonna?” “Elisabetta? Perché non Elisa/Emma/Gaia/Giada?” “Eh ma che nome lungo!” “Ma poi come la chiami? Betty? ElY? Betta? Lisa?”. Ma pace, ho sempre risposto a tutti, sempre con discreta gentilezza.
Ma adesso…
Intendiamoci, io sono molto contenta quando vengo fermata da qualche sconosciuto che mi fa i complimenti per la bimba, le dice tenerezze e mi fa qualche domanda. Qualsiasi cosa stia facendo e dovunque io sia, se un’anziana mi fa capire di aver voglia di passare cinque minuti con noi, io mi fermo. Credo che sia un’esperienza bellissima parlare con gli anziani, farsi raccontare i pezzi della loro vita (anche se a volte sono pezzi di tristezza e solitudine), credo che sia un esercizio di rispetto e di umiltà unico. E bisogna iniziare da piccoli ad esercitarsi.
Ma tra noi mamme....
A volte noi mamme sappiamo essere proprio un pò pesantine e stufarci a vicenda con delle domande a raffica, e abbiamo la mente talmente allenata da riuscire a controbattere prima ancora che la nostra povera vittima abbia risposto alla prima domanda... Ne vengono fuori conversazioni simili a questa:
1.       Quanto ha?  “Ma il mio è più grande, perché la tua è così alta??”
2.       Quanto pesa?  “Cavoli che bambinona! Il mio pesa tot kg, tot etti e tot grammi.”
3.       Dome la notte?  “Anche il mio!!” Oppure: “Ma il mio non ancora!?!” E si riparte dalla    domanda 1 preceduta da: “Ma scusa”.
4.       E’ brava?  Io ormai ho una sola risposta: SI’, punto.
5.       Gattona? (Vedere le reazioni al punto 3)
6.       Mangia tutta la pappa? “Ma tu la pastina marca xy l’hai provata?” “Io al mio dò solo la mela biologica”
7.       La allatti ancora? “Eh ma il latte artificiale gonfia!” E si torna alla domanda 2 preceduta da “Scusa ma”
8.       Da chi ha preso gli occhi azzurri? “Eh ma anche mio suocero/suocera/zio/mamma ha gli occhi azzurri e il mio non li ha presi!!”
9.       La mandi al nido? “Eh ma guarda che al nido i bambini imparano un sacco di cose!”
10.   Ma tu quanti chili devi smaltire? “Io solo … (un numero variabile tra 1 e 15)”
11.   Come è andato il parto?   “Ah, beaaaata che hai fatto il cesareo”
12.   Quando fai il secondo?    “Guarda che non devi lasciar passare troppo tempo eh!”
Quello che mi colpisce di più è il luogo in cui queste docce verbali si verificano: alla cassa del supermercato mentre cerco i centesimi per pagare, all’Asl dopo la vaccinazione mentre Elisabetta sta ancora piangendo per la puntura, fuori dallo studio del pediatra mentre cerco di svestire Elisabetta (qualcuno vuole dire ai pediatri che è illegale tenere 45°  di riscaldamento nelle loro sale d’aspetto??)… E lo ammetto, non sono stata solo vittima: molte volte ho puntato un bimbo, ho fatto un veloce calcolo ipotetico dei suoi mesi e ho aggredito la madre al ritmo di 25 domande al minuto (sta seduto da solo? prende le cose con le mani? è ambidestro? dice mamma?....). Le mie reazioni sono sempre: "Ma -parola che inizia per ci e contiene 2 zeta- la mia no!!!!".
In generale però io sono una tipa un po’ riservata e difficilmente attacco bottone con le persone che non conosco, quindi sono un pochino incline a sentire la pesantezza di certe domande insistenti. Malgrado questo, anch'io posso tentare di fare sana conversazione… se però chi mi parla è minimamente interessato a qualche aspetto della mia vita, non se sono solo un oggetto da radiografare insieme alla mia ignara bambina (che solitamente si prodiga in sorrisoni e tentativi di fare lo scalpo al bimbo della mamma di turno).
Un giorno è successa una cosa. Lo scenario era il solito: sala d’attesa del  pediatra, 40° secchi, bimbo in fissa “E poi?”, mamma e nonna che mi tempestavano di domande. E’ arrivata una ragazza giovane, con la sua bimba, disabile.  Si è seduta lontano da noi, poi si è avvicinata. Nessuno le ha rivolto la parola, nemmeno io. E’ diventata invisibile.
Ci ho pensato tantissimo nei giorni successivi, e mi sono chiesta perchè non ho avuto la voglia e il coraggio di rivolgerle la parola, di chiederle qualcosa. Forse perchè sapevo che tutte le domande che avrei potuto farle (come ti chiami-quanto ha la tua bambina-quanto pesa) sarebbero state banali per lei, o forse perchè sono tanto arrogante da pensare di decidere io cosa sia banale e cosa importante per qualcun altro.
Credo più nella seconda ipotesi, credo di essermi comportata come un'arrogante egoista che finge di non sapere che le esigenze di una mamma sono uguali per tutte: parlare, confrontarsi, ridere dei guai, che sia la mamma di un bambino disabile o di una bambina pigra.
Ho deciso che d'ora in poi mi sforzerò di rivolgere la parola per prima alle altre mamme, per conversare anche delle semplici cose della vita: del freddo che fa oggi, di quanto costano i vestitini dei bambini, del sapore delle fragole che non è più quello di una volta.
giuppy

8 commenti:

  1. io ti tempesto di domande sul passato!!!!! :-))) Iri

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  2. ma ti sei accorta che quando non mi ricordo invento?? :))))))))

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  3. Hey Giuppy, leggere le tue disavventure è sempre uno spasso...io sono una di quelle che attacca bottone con tutti, qualche volta dovrei darmi una regolata...
    Riguardo all'arrogante egoista...a volte anche per me è così: la paura di sbagliare e di essere banale mi blocca nell'approccio con le mamme che hanno i bimbi con qualche problemino, ma un po' mi sforzo per trovare comunque un argomento che non sia troppo delicato...ricordiamoci sempre quanto siamo fortunate.
    Baci, Fra.
    p.s. Ma allora Elisabetta ha gli occhi azzurri?!!! Anche il mio Nicolò (azzurro/verdi) e non si sa bene da chi li ha presi...

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  4. :) guarda franz,in realtà è anche divertente parlare con le altre mamme, soprattutto notare quanto sappiamo mandarci in panico a vicenda per stupidate!!!!
    Elisabetta ha gli occhi azzurro/grigio, ormai a 8 mesi credo che sia il colore definitivo! Li ha presi da mia suocera, io e il papà li abbiamo marroni! Incredibile,vero?? E... bellissimo nome Nicolò!!
    g

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  5. Le tue "disavventure" di chiacchere con gli estranei io le ho passate 3 volte...E' proprio così dappertutto e per tutte le mamme!
    Grazie, perchè metti per iscritto tante cose/momenti/pensieri che abbiamo affrontato tutte ma che forse non ricordiamo più...

    Hugz,
    Serena

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  6. grazie serena!!! mi consola sapere che non sono sola!!! ma hai tre figli?? wow!!

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  7. Che bello questo post e condivido in pieno i tuoi pensieri. Quella poi sugli occhi azzurri hai fatto centro. Alice ha gli occhi grigio-azzurri, io li ho marroni e mio marito marroni screziati di verde (siamo una famiglia difficile) e la domanda più frequente è "Che occhi belli!!" poi si ravvedono e domandano "Ma da chi li ha presi?"
    Io rispondo sempre "Dal postino".
    Da chi vuoi che l'abbia presi? vabbè che il colore scuro è predominante sul chiaro, ma se abbiamo avuto una botta di cu.. fortuna che ci dobbiamo fare? vai a spiegare che il nonno avevi gli occhi chiari...
    okay, ti volevo dire che questo post è proprio bello. Brava!
    ah sì, scusa, sono Simo.La Rinco.
    (la rinco non è il cognome.E' il mio stato)

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  8. SIMO?? La Simo di a casa di simo??? che infarto!!!! e che figura di m.... io ti seguo e mi sono dimenticata di metterti tra i nostri blog!! perdono!!!!!
    grazie per il complimento e... prova anche a rispondere alla domanda, insistente,: "Ma a chi somiglia? che non somiglia a nessuno di voi due?" :)))

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