Mio papà è morto poco più di un anno fa.
Chi mi conosce lo sa, che questo non è un dolore, è una voragine che si è aperta nella mia vita.
Se lui ora fosse qui, io gli direi “papà, ho un blog!”. Lui si alzerebbe dal divano, lentamente, andrebbe a cercare gli occhiali in camera, poi con la sua voce roca mi direbbe, in bergamasco: “fammi vedere” e verrebbe a sbirciare su questo portatile, quello che mi ha regalato lui. Guarderebbe, mi ascolterebbe parlare, probabilmente mi prenderebbe in giro. E poi, alla prima occasione, direbbe orgoglioso: “mia figlia scrive su un blog”. Come se fossi l’unica in grado di farlo in tutto il mondo, l’unica che merita di essere letta, l’unica.
Si parla troppo poco della morte, di quello che lascia e di quello che si trascina dietro. Se ne parla poco perché fa male, ma scrivere è diverso…
Il fatto è che le persone non spariscono nel vuoto, non se ne vanno trascinandosi dietro tutto, ma lasciano ricordi e tracce della loro presenza. Gli occhiali nella custodia appoggiata nel cassetto, il pezzo di una serratura che andava riparata abbandonata nel vano della portiera dell’auto, il racconto di quello che era tuo padre agli occhi di un amico.
Una delle esperienze più brutte di quest’ultimo anno è stata rispondere al telefono a casa di mia mamma: “mamma rispondo io, sarà per me!”. Non era per me, era una voce che cercava mio papà. Non pensavo che mettere insieme una frase potesse essere così faticoso: devi trovare le parole per dire che no, lui non c’è in casa, perché è morto. Devi spiegare che l’urgenza e la necessità di parlare con lui sono inutili, le cose della nostra vita sono nulla di fronte alla morte.
Dall’altra parte, la voce si fa imbarazzata, abbozza le condoglianze, chiede quando… E tu torni a un pomeriggio freddo di dicembre: il sole, i volti, i pensieri, la mano di tuo fratello. La voce è dispiaciuta, si scusa, anche se non c’è nulla di cui scusarsi. A volte, mi racconta mia mamma, le voci dall’altra parte del telefono sono incredule, a volte riattaccano senza dire più niente, a volte si sentono in colpa per essere involontariamente entrate in una casa dove qualcuno manca. E l’assenza è pesante in una casa, perché anche gli oggetti portano i segni del nostro vivere, e quando non ci siamo più continuano a parlare di noi. Anche i muri parlano di noi, se sappiamo ascoltare.
Mi è tornata in mente una poesia, l’avevo letta alle superiori e mi aveva fatto stringere il cuore allora. Era di Montale, raccontava di una telefonata: un’amica che chiedeva di sua moglie, lui che doveva spiegare, lo stupore e il dolore dall’altra parte del telefono. Mi sarebbe piaciuto metterla nel post, ma non sono riuscita a trovarla.
Non so perché, ma credo che un giorno la ritroverò, il giorno in cui lui vorrà farmela trovare.
giuppy
Ti voglio bene Giuppy
RispondiEliminaCinzia
Sai, il pensiero che in questa società il dolore sia diventato scomodo, da scansare, evitare, seppellire dentro di noi se è troppo vicino mi tormenta da tempo... direi che tu sei su una strada che il tuo papà sarebbe orgoglioso di vederti percorrere.......quella che ti porterà sicuramente a vivere la sua perdita. Perdita in senso fisico perchè, come scrivi, la morte non cancella tutto...
RispondiEliminaQuanto è vero quel che dici giusy...
RispondiEliminaAnche io ho perso il mio papa', da quasi un anno. Diciamo che ha rincorso il tuo, stessa malattia, stessa triste fine..
A volte mi sembra di sentire la sua voce e mi zittisco di botto...poi mi cade il mondo in testa e mi dico... Lui non c'e' piu'!...
Altre volte lo rivedo nelle persone che incontro per strada, vedo un anziano con un cappotto dello stesso colore del suo e mi blocco, poi il cuore riprende il suo battito riportandoti alla realtà, quando entro in casa e vedo la sedia dove era sempre seduto lui devo affrettarmi a pensare ad altro, lo rivedo ovunque, rivedo i suoi occhi che cercavano i miei quando entravo passavo la sera x salutarlo.
Rivedo quanto mi amava in ogni piccolezza e mi manca tantissimo, sembra mi abbiano tagliato un braccio, una parte di me stessa a volte la sento andata via con lui.
Ele.
Accidenti ragazze, è difficile anche solo commentare, mi avete commosso.
RispondiEliminaVorrei dire tante cose, ma ho paura che risulterebbero banali, quindi vi mando solo un grosso abbraccio, con affetto, Fra.
Il mio papà se n'è andato il 29 marzo 2007 di notte, nel sonno, lasciandoci increduli per quello che era successo. Se non mi avesse mandato da Lassù mia figlia l'anno successivo (pensa che la sua dpp era il 19 marzo 2008 e cioè la festa del papà) di certo adesso non sarei come sono. Son passati quasi 4 anni ma se ci ripenso o se parlo di lui ancora gli occhi si inumidiscono. Ti abbraccio
RispondiEliminaIl dolore per le perdite improvvise e non sbiadisce nel tempo.... così come i ricordi purtroppo.... quello che resta ben saldo nella mente e nel cuore è il rimpianto... il rimpianto per tutto quello che ancora poteva e doveva essere e non è più.... La mia personale medicina per curare tutto questo è onorare in ogni cosa della mia vita l'insegnamento che questa perdita mi ha lasciato: la vita è fuggevole... e va assaporata in ogni suo particolare.... gli affettti vanno coltivati con cura e con amore perchè sono le uniche cose vere a cui possiamo e dobbiamo attaccarci.... tutto il resto vien e va da sè....
RispondiEliminaun abbarccio forte....
Credo che parlarne aiuti, ma non biasimo chi si chiude nel dolore, ognuno ha le proprie reazioni e risorse. Ognuno decide come andare avanti dopo una perdita tanto enorme. Ognuno trova la sua via, in qualche modo, la trova.
RispondiEliminaForse la poesia e' quella che dice Ho sceso con lei milioni di scale. Non so ora la cerco meglio e ti dico. bacioni
mamma mia che post intenso...io per fortuna non ho provato ancora la perdita di uno dei genitori...ma quella di mio nonno si...e soprattutto adesso che c'è la mia bimba...mi chiedo sempre..chissà cos avrebbe detto se l'avesse vista...chissà come gli sarebbe piaciuto giocare con lei!!!purtroppo le persone a cui vogliamo bene prima o poi vanno via e a noi rimane tutto il dolore di non vederle più..ma parlandone rimangono vive dentro di noi ed è una cosa bellissima!!!un abbraccio grande!!!
RispondiEliminaMia mamma è morta quasi 9 anni fa, dopo una breve ma dolorosa malattia, ed ancora adesso faccio fatica a dire ad estranei che è morta, non supererò mai la sua perdita: mi adatto alla sua mancanza, anche se il vuoto che mi ha lasciato non verrà mai colmato. So che da lassù mi guarda, ma mi fa male pensare che non posso condividere con lei la mia vita da "adulta": saremmo potute essere buone amiche, oltre che madre e figlia.
RispondiEliminaMio padre è morto quasi 20 anni fa, in pochi giorni, troppo presto.
RispondiEliminaE' passato tanto tempo, eppure, a volte, come oggi leggendoti, riaffiora il dolore.
Possiamo solo onorarli con la nostra vita, e ricordarli, perchè finchè qualcuno li ricorderà, un po' di loro sarà ancora vivo.
Un abbraccio
Monica
ciao...grazie per essere passata dal mio blog... ci sono certe cose che ti sembrano accadute ieri e se sono legate ad una persona amata lo sono ancora di +.... piacere di averti conosciuto..ho visto le tue creazioni...bravissima...a presto
RispondiEliminaciao. sono simona. 6 anni fa ho perso una grande amica. aveva 34 anni. un bimbo di 6 che non ha potuto accompagnare al suo primo giorno di scuola. un grande amore. una vita davanti. ci ha lasciati ed io ancora non riesco a lasciarla andare. un tumore l'ha portata via. dopo 2 anni di cure e ora posso vederla sorridere solo da una foto. il vuoto sembra un buco nero. l'ho sognata. è venuta a trovarmi per la mia bimba, lei non ha potuto vederla. mi ha abbracciato forte. ho sentito il suo calore. mi manca. e non passerà. sim
RispondiEliminaè difficile parlare della morte, nominarla, chiedere a chi ha perso una persona cara come sta...sembra sempre di dire parole supeficiali, vuote, scontate, quando magari basterebbe semplicemente far sapere che ci sei...però si vede chiaramente il bisogno di parlarne e di dare voce ai propri dolori: questi commenti lo testimoniano...è bello che un blog serva anche a questo, a scrivere più facilmente i propri sentimenti e trovare un piccolissimo ma importante conforto...Iri
RispondiEliminaLo so .. fa male, è difficile consolare ed è difficile farsi consolare, sembra che niente e nessuno lo possa fare. Ma pensa che tu sei un pezzetto di lui, sei quello che anche lui ti ha insegnato. Io non so cosa c'è dopo, ma so che ognuno di noi lascia un segno e quel segno non si estingue solo perchè ad un certo punto si va via. Un giorno una persona mi detto: il dolore lascia una cicatrice come quando ti tagli, all'inizio fa male, poi piano piano guarisce, il dolore è meno forte fino a scomparire, ma il segno resta. Bisogna vivere quel dolore fino in fondo ma poi bisogna lasciarlo andare.
RispondiEliminaTi abbraccio forte
Giusi
mia mamma è morta poco più di un anno fa... in due mesi quel male bastardo se l'è portata via... ed a me manca sempre di più...
RispondiEliminail tuo post è verissimo e bellissimo...
ti sono vicina... ti abbraccio forte...
L'affetto che provo per te,e l'emozione nel leggere il tuo post ha riaperto un cassettino della memoria che mi ha guidato a ritrovare, (forse), quella poesia che tu
RispondiEliminacerchi..............
" Riemersa da un' infinità di tempo
Celia la filippina ha telefonato
per avere tue notizie . Credo stia bene,dico,
forse meglio di prima .-Come crede? Non c'è più?
Forse più di prima ,ma.....
Celia cerchi d'intendere.......
Di là dal filo,
da Manila o da altra
parola dell'atlante una balbuzie
impediva anche lei. E riagganciò di scatto"
Come tu sai anche io ho perso mio padre tre anni fa....... il mio rimpianto però è quello di aver passato gran parte della mia vita a cercare di costruire un legame come il tuo senza esserci mai riuscita. Ma il destino ha voluto che spirasse con le mani tra le mie e quell'ultimo sguardo che lui mi ha dato e che ho sempre presente davanti a me, mi ha ripagato in parte degli sforzi fatti in quella continua ricerca! Ti abbraccio forte......Angela
ho letto i vostri commenti tutti d'un fiato e mi batte forte il cuore.
RispondiEliminagrazie per essere entrati nella mia casa e nel mio dolore, grazie per aver avuto voglia di condividere con me i vostri ricordi, la vostra sofferenza, la vostra speranza, la vostra vita. Grazie di avermi fatto questo regalo.
Angela... la poesia è proprio quella, grazie....è un'emozione ritrovarla dopo anni, mi sembra di sentirtela leggere, ed è bellissimo.
giuppy
"Avevamo studiato per l'aldilà
RispondiEliminaun fischio, un segno di riconoscimento.
Mi provo a modularlo nella speranza
che tutti siamo morti senza saperlo..." Da Xenia, di Montale (credo che in questa raccolta tutta ispirata alla morte della moglie potresti trovare la poesia che ricordi)
littleelo, credo proprio che la poesia sia in xenia, che io però non ho, me la ricordo su un libro di letteratura, uno di quelli che raccolgono tanti brani.... se guardi sopra tra i commenti però angela me l'ha trovata :))
RispondiEliminaGià quante verità in questo post e nei commenti che ti hanno lasciato.
RispondiEliminaNon ti conosco ma ti mando un abbraccio.
Giulia