Doveva succedere prima o poi, e infatti è successo: la nonna si è ammalata. Ho ricevuto al lavoro la telefonata che nessuno vorrebbe mai ricevere: “Giuppy, io sto proprio male, non è che puoi tornare a casa?”.
No che non posso tornare a casa mamma… Però posso mobilitare papà e fratello in un colpo solo, prendere un’ora di permesso, un giorno di ferie e pensare al Piano B.
Il Piano B, appunto. “B” di buco cosmico. Non ce l’ho mica un piano B io…
Come mi ha detto un collega: se il bimbo va al nido e si ammala, ci sono i nonni. Ma se i nonni si ammalano????
Io ho la fortuna di lavorare in un luogo in cui le relazioni sono ancora umane, dove un sorriso è un sorriso, dove un “come stai” esprime interessamento vero, dove si può parlare della propria vita senza temere coltellate alle spalle. Certo, non tutti i giorni sono uguali e non tutte le persone sono sempre disponibili e sorridenti, ma malgrado le giornatacce e gli scazzi, lavoro con persone che ascoltano, guardano, capiscono, e fanno ipotesi. E ti buttano lì un Piano B organizzandotelo con una telefonata, in cinque minuti, con il sorriso.
E’ così che la figlia di mia amica (e anche collega) ha deciso di aiutarmi con Elisabetta in questi giorni difficili.
E’ una ragazza giovane, solare, sorridente e piena di vita: so di lei quanto mi basta per affidarle mia figlia serenamente. E inoltre mi ha salvato… il lato B, appunto.
Mi sono ritrovata a pensare alle cose che avrei dovuto spiegarle per stare con Elisabetta, a dove si trovano gli oggetti in casa, a quello che le piace, alle sue abitudini… bene, potrei già scrivere un libro!!
E’ incredibile come in poco meno di 11 mesi la casa si sia trasformata e modellata, di come si sia aperta per fare spazio a Elisabetta, di come alcune cose apparentemente insignificanti siano diventate importanti per lei.
Per esempio la pianta grassa alla quale ama staccare le foglie per mordicchiarle, o l’irresistibile gioco di aprire e chiudere i cassetti, o gli appigli che cerca ovunque per alzarsi in piedi… e le sue adorate ciabatte.
Ma ancora più incredibile è il piccolo mondo nel quale vive, e nel quale io la accompagno costruendo e rinforzando abitudini e ritmi: i suoi orari per mangiare e dormire, il modo in cui dorme e si sveglia, i suoi giochi preferiti, le cose che la fanno ridere e quelle che la infastidiscono.
E poi il modo in cui esprime la gioia e il disappunto, il suo ditino puntato ad indicare le cose che vuole toccare, il momento dopo cena in cui le faccio le coccole e gioca tra le mie braccia toccando il mio viso.
Non è facile rendere comprensibile agli altri tutto quello che c’è dentro le nostre giornate, compresi i momenti in cui ci stiamo antipatiche a vicenda e i momenti in cui vogliamo solo stare strette l’una addosso all’altra, i momenti in cui non riconosco la bambina di ieri e quelli in cui anche lei vede una mamma diversa. Credo che sarebbe bellissimo poterle raccontare tutto questo un giorno, quando si chiederà come era la sua vita di bambina in questi mesi strani in cui tutto cambia così velocemente.
Vorrei che capisse quanto pensiero e quanto affetto ci sono dietro ai gesti di ogni giorno, ma poi penso che questa è la cosa più difficile da capire per tutti, anche da adulti, e quindi non basterà solo scriverle tutte queste cose perché si depositino dentro di lei come monete preziose in un forziere chiuso a chiave…
Sono partita parlando di una nonna (e quindi mamma) malata, ho attraversato le relazioni umane, le nostre giornate, e sono finita qui...a dire solo che c’è molta poesia nell’essere mamma, ma anche nell’essere bimba, basta saperla vedere.
giuppy
E' incredibile come un bambino anche molto piccolo dimostri già il suo carattere, le sue preferenze, i suoi "stili di vita"... Sono sicura che la tua piccola sa già cosa c'è dietro ogni gesto dei suoi genitori e un abbraccio chiarisce più di tante parole. Buona vita piena di relazioni di amore in tutte le sue forme!
RispondiEliminaGiuppy, condivido ogni tua parola!A volte penso di essermi trasformata in una di quelle madri paranoiche e fissate con i ritmi e gli orari, in cui scongiuravo di trasformarmi... invece è così: finchè non lo si vive è quasi impossibile da capire. Dietro c'è un mondo, un vero e proprio mondo, di relazioni appena intessute, ma tenaci, fatte di abitudini quotidiane, equilibri precari, orari ballerini e umori sul filo del rasoio. Ogni giorno è una scommessa, ma è bello pensare che solo tu sai gestirtelo senza bisogno che qualcuno te lo spieghi!
RispondiEliminaGià!
RispondiEliminaNon ho niente da dire, volevo tanto proporre un piano B C D ecccc. La lista dei piani di scorta, ma ILARIA non ha tutte le liste del mondo in tasca. Però legge con grande affetto tutte le cose che riguardano Elisabetta e ne fa tesoro. Un bacio
mi ha commosso questo tuo post...spero che la nonna si rimetta presto.
RispondiEliminaUn abbraccio forte,Maela