Il primo ricordo che ho di te è una domenica pomeriggio, al bar dove lavoravo.
Tu stavi seduto dall’altra parte del bancone, da solo, leggevi il giornale e parlavi, poco.
Nella mia vita di finalmente single e finalmente felice alla soglia dei 30 anni, non c’era spazio per nessuno che potesse condividere con me più di qualche giorno o qualche serata. Sempre di corsa: il bar, l’università, i miei amici, le mie amiche. Non c’era tempo e non c’era voglia di ricominciare una di quelle danze d’amore, con corteggiamento e innamoramento, “cosa facciamo stasera”, “dove andiamo quest’estate”, e via via fino a “senti, prendiamoci del tempo per pensare”. Io il tempo lo volevo solo per me.
Ma un giorno hai distolto gli occhi dal giornale, e mi hai vista. E il tempo che volevo solo per me ha iniziato una corsa inesorabile verso una vita che non avevo immaginato.
Quando è morto mio padre, sei stato nella sua stanza, da solo, mentre fuori noi piangevamo e chiamavamo e ci affannavamo e respiravamo l’aria che si era fatta di piombo. Tu sei stato lì con lui, che era appena morto: io lo so che gli hai detto qualcosa.
Ti è stato permesso di farlo, perché tu per mio padre eri come un figlio.
Anche se nessuno te l’ha mai detto.
Non siamo fatti per la vita tranquilla io e te, a noi piace che sia difficile, complicata, piena di ostacoli.
Io e te siamo nati nella stessa estate, ma in due ospedali diversi.
Siamo cresciuti a due km di distanza, senza mai incontrarci per 28 anni.
Dalla mia casa sentivo i rumori della palestra dove andavi a giocare a pallavolo, ma non ti ho mai visto.
Avevamo amici in comune, che non ci hanno mai presentati.
Se un giorno Elisabetta ci metterà nella stessa casa di riposo, litigheremo anche lì.
Dici che non parlo mai di te nel blog, perché la vita qui si è fatta difficile, le certezze tentennano e a volte c’è spazio solo per il rancore. Dici che non parliamo abbastanza, che i giorni scorrono nell’indifferenza trascinandosi dietro spezzoni di dialoghi come in un film di Wim Wenders.
Tu parli sempre di tante cose: a volte troppe, a volte solo di quelle che non sono importanti. A volte parli troppo poco.
Io che invece nelle parole mi perdo, io che ho sempre la musica in testa e tu che non la vuoi mai ascoltare.
Delle foto che abbiamo, quelle che mi piacciono di più non sono quelle insieme, inamidati e in posa al matrimonio o in vacanza: le mie preferite sono le foto che hai scattato tu a me, perché è attraverso i tuoi occhi che mi fai vedere chi sono. Come quella foto, a Parigi sotto la pioggia e il freddo, con un cappellino ridicolo.
Tre giorni a ripeterci che Londra è più bella, e che dovremmo tornarci.
Sette anni fa la nostra vita insieme è iniziata, quasi per caso.
Auguri...
Tre giorni a ripeterci che Londra è più bella, e che dovremmo tornarci.
Sette anni fa la nostra vita insieme è iniziata, quasi per caso.
Auguri...
giuppy
di mattina, così presto...mi sono proprio commossa! di sicuro queste parole d'amore toccheranno il cuore della tua dolce metà.
RispondiEliminaUn momento di romanticismo che mi ha messo i brividi.
...si si anche a me è scesa una lacrimuccia.... e sono certa che anche lui sarà toccato!!! =)
RispondiEliminaun abbraccio
Sadi
Intenso, bello, sincero...
RispondiEliminasi, anch'io mi sono commossa. Sai arrivare al cuore.
RispondiEliminaMonica
auguri giusy e dani, le persone più "passionali" che conosco, mosse da sentimenti così forti, nel bene e nel male, che si dimenticano a volte quanto è bello guardarsi, semplicemente, e ascoltare solo la potenza dell'amore che vi unisce.
RispondiEliminaI
Ciao sono arivata sul tuo blog per caso ma...sei fantastica!!!
RispondiEliminaMi sono commossa anch'io da matti, come hai espresso bene i tuoi sentimenti, dalle tue parole emerge tantissimo amore per le persone che ti stanno vicino.
Ciao Giovanna
Giuppi......senza parole....ma solo emozioni..un abbraccio!
RispondiEliminaQuesto post vale più di mille altri che avresti potuto scrivere e sono certa che anche "lui" si sarà commosso.
RispondiEliminaFelice vita insieme!
Sette anni? Wow! Coincidenza! Noi li faremo il 17.
RispondiEliminaChissà, questi muri di silenzio, questa difficoltà a comunicare... che sia la famosa crisi del settimo anno? Se così è, ora ne verrete fuori, voi, e tra poco anche noi! :D
Minchiate a parte, perché non voglio rovinare con la mia idiozia un post tanto sincero e sentito, credo che sia normale un periodo di assestamento, quando le cose fuori e dentro, intorno, cambiano tanto radicalmente, come un rapporto a due che diventa d'improvviso a tre...
Parlare è fondamentale, sarà banale dirlo, ma: non ti arrendere. prima o poi ci si riesce, in una sera inaspettata, sulla terrazza o altrove, ritrovando quella intimità che credevi perduta da mesi, dirsi finalmente: "così non va: non ti sento più" e ammettere reciprocamente che è vero, che non è facile, non lo è mai, quando si cerca qualcosa che vada più a fondo della semplice quotidianità. E quando, dopo l'amore spensierato e entusiasta, il sentimento si fa più consapevole, ed esigente. E' bello scoprirti, come traspare dalle tue parole, ancora così innamorata.
Che meraviglia questo post! Sarà felice lui... un post tutto suo. Sai, negli anni, momenti di distacco sono naturali, se poi arrivano figli ... una rivoluzione di equilibri. Ma poi si trova una strada nuova.. diversa. Credimi.
RispondiEliminaP.S. quella foto chiede di essere scrappata!!! Lo vuoi un pezzo di carta con gli ombrelli colorati???
Quanto è difficile guardarsi dentro....e guardare dentro alle altre persone....avevo messo in fb proprio questa frase:
RispondiEliminaOgni persona è un abisso, vengono le vertigini a guardarci dentro... e la considero veritiera sotto ogni aspetto. E solo tu...l'hai commentata con un MI PIACE. Sara' un caso????
E' banale scrivere cose romantiche, ma tu hai saputo andare oltre, soprattutto quando il romanticismo a volte si eclissa schiacciato dalle difficoltà oggettive della vita a due.
Vi abbraccio. ele
Anche tu giugno. Anche noi, il 3.
RispondiEliminaOra sono io che mi rivedo nelle tue parole. Quelle che non ho scritto quel giorno rifugiandomi dietro la barzelletta della lettura della mano.
Rimango stranamente senza parole, forse perchèè le parole non sono abbastanza.
Tanti auguri a voi due :-)
Ancora mi stupisco di come la gente vede quello che vuole vedere, e guarda le cose con le lenti dei propri sentimenti. Mi piace molto il commento di SuSter! A mio parere è lunica che ha colto...forse l'unica che condivide pensieri e preoccupazioni. Io mi associo a lei nel dirti che traspare molto sentimento nel tuo raccontarti, molto amore per questa vita a tre che non è come ti aspettavi e... proprio per questo vedrai che il futuro sarà diverso da quello che adesso vedi. Ritornate in quel bar, prendetevi un caffè e...parlate di voi. Con immenso affetto, M
RispondiEliminaquesto post mi ha stesa. Stavo per spegnere il PC, devo pulire casa, e per una volta non sono Ilaria, che ormai non ci crede + nessuno, ma Sandra, che ne festeggerà 6 di anni insieme, e che sa cosa significhi parlare parlare parlare, e poi stare zitti e farsi assalire dal dubbio "ma va tutto bene?" e allora io & lui ce lo chiediamo mille volte. Molto x caso anche il mio trovarlo. Pure tardi io. La parola che mi ha ammazzata è rancore, non lasciare andare alla deriva le cose dette, non dette, innamorati, la vita che vale, la vita che vola, Elisabetta che chiama, ora che forse scrivendo questo post hai davvero preso coscienza vai fino in fondo. un abbraccione
RispondiEliminaHo conosciuto il tuo blog e quello di Elena, solo il 27 aprile con la tua descrizione di un anno passato insieme ad Elisabetta... ho adorato il modo in cui tu descrivevi i tuoi sentimenti e le tue emozioni, all'inizio vi confondevo invece adesso riconosco, anche sul blog di artare, lo stile creativo di elena e mi ritrovo sempre nelle tue parole... non riesco a darti un consiglio perchè non ti conosco abbastanza ma penso che nel momento in cui uno si ferma a riflettere e tira fuori le sue emozioni quello è il primo passo per iniziare a camminare. Un abbraccio...
RispondiElimina@bigpotato: vedo che qualcun altro si sveglia presto...
RispondiElimina@sadilla: sì, qualche corda è stata toccata :)
@chiara.bc e moca: grazie :)
@i: tieni le fila della mia vita raccontata a puntate, e tieni insieme i pezzi di me che altrimenti vagherebbero nell'iperuranio :)
@giovanna: benvenuta e .... aspetto un post!! :))
@germana e gemma: grazie anche a voi, fedelissime e dolcissime...
@suster: grazie, sai sempre cogliere nel segno...
@cristina: fantastico il tuo occhio da artista!! ti mando la foto??
@ele: :))))
@owl: mi è girato in testa per un pò quel tuo post, forse proprio per i motivi per cui su molte cose ci capiamo... anche se tutto quello che ho visto di te è "solo" un bellissimo occhio. :)
@monica: grazie di essere passata, anche qui.
@Ila/sandra: ti immagino sai, con lo straccetto in mano bloccata davanti al pc(forse perchè succede tante volte anche a me?). grazie per i tuoi pensieri, mai scontati. :)
@Elena: grazie... anche da parte di Ele :)
Spero di non aver dimenticato nessuno, ammetto che mi stupisce sempre l'affetto con cui travolgete me e la mia vita...
grazie
giuppy
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RispondiEliminaHo sbagliato: faccio ammenda. Noi il 17 giugno faremo 8 anni, e non già 7, di vita insieme (ma non erano gli uomini a perdere il conto degli anniversari? ;P).
RispondiEliminaNoi siamo ufficialmente fuori dalla crisi del 7°anno già da 11 mesi suonati. Peccato non essersene accorti prima!