lunedì 9 gennaio 2012

Natale, nido e dintorni



Il periodo delle feste è finito, anche quest'anno (si sente il mio sospiro di sollievo?).
Elisabetta ha avuto i suoi calzerotti a forma di Babbo Natale, ha giocato con le pecore del presepio e preteso di cambiare il pannolino a innumerevoli Gesù Bambino scovati per lei dalla nonna, ha assaggiato il panettone e la crema al mascarpone, ha avuto i suoi regali. Tutte cose che mi hanno fatto sentire una mamma quasi adeguata nel far respirare alla propria figlia un minimo di clima natalizio.
Riguardo a me... una provvidenziale influenza mi ha fatta passare attraverso i giorni intorno al Natale senza nemmeno rendermene conto, il che è stato un gran bene.
Ho passato il capodanno a casa tranquilla, ho dormito molto durante i pochi giorni di pausa dal lavoro, ho riso con qualche amica in fb, ho fatto qualche bella scoperta.
La prima settimana dell'anno è stata lavorativamente molto stressante ma sono riuscita a ritagliarmi lo spazio per un tè, una pizza, un giro nei negozi e per comprare quel vestito viola che avevo puntato. Esattamente quello che desideravo.
Molte altre cose nella mia vita si sono frammentate e complicate ancora di più, e non ho certo voglia di appesantire l'aria parlandone ora, ma diciamo che almeno ho capito in che direzione andare. Ho dei processi decisionali un po' tortuosi e lunghi, ma fortunatamente quando decido non mi fermo, acquisto improvvisamente fiducia e stabilità e vado avanti come un treno.
Non sto molto bene eh.... chi mi conosce sa perfettamente che i miei ostinati silenzi sono sintomo di un disagio profondo, e ultimamente riesco anche a dirlo, male ma ci riesco.

Quello di cui vorrei veramente parlare riguarda le mie ultime riflessioni su Elisabetta.
Come sempre, quando ho l'occasione di passare qualche giorno intero con lei mi prendo tutto il tempo di osservarla e “studiarla”: una delle cose che ho capito presto è che un figlio è davvero una persona con un proprio carattere, desideri e attitudini, che l'educazione può fare molto ma è altrettanto importante, prima di agire, capire chi si ha di fronte, sforzarsi di conoscere davvero il proprio figlio. Servono pazienza, silenzio e capacità di osservare, il “fare” spesso va lasciato un attimo da parte.
E quando proprio non capisco cosa sta succedendo, lo chiedo a mia figlia.
Mi è capitato di trovarmi un paio di volte in questa situazione: Elisabetta si lamenta, sembra non trovare pace in nulla, tutto quello che le propongo sembra irritarla; allora mi sposto con lei in un'altra stanza della casa e le dico che non so cosa fare, che non capisco cosa c'è che non va, che mi deve aiutare a capire perché io non ci riesco. Non mi risponde, chiaro, ma sono sicura che capisce bene quello che le dico, e spesso si risolve tutto con una dose extra di coccole che forse non era riuscita a farmi comprendere di desiderare. O forse, come noi adulti, a volte anche lei ha solo bisogno di essere rassicurata, toccata, tenuta stretta: è facile dimenticarlo quando si fanno tante cose in una sola giornata...

Data l'eta di Elisabetta, molto spesso mi ritrovo ad osservarla giocare... o a osservarla mentre osserva il mondo. Osservare e giocare sono due cose che fa con tutto il corpo e con tutti i sensi, in una specie di rapimento silenzioso: secondo me è una fortuna poter vedere un bambino che fa queste due cose.
Elisabetta osserva tantissimo le persone e le situazioni nuove; in una casa che non conosce, per esempio, si ferma e non fa nulla finché non ha compreso cosa può fare: esplora gli ambienti, tocca alcune cose e mi guarda per capire se sia permesso o no prenderle, individua le persone con le quali giocare, spesso fa proprio il giro della casa per vedere tutte le stanze. Lo fa in modo molto autonomo e sereno, ma è completamente assorta in questa esplorazione tanto da sembrare addirittura diffidente. Purtroppo, se veniamo invitate a casa di qualcuno e le viene dato un regalo non dimostra molto entusiasmo perché è più assorta nell'osservazione della casa, dei suoi abitanti e di quello che succede, il regalo in quel momento passa completamente in secondo piano.
Quando pranziamo e a tavola c'è anche la famiglia di mio fratello, Elisabetta spesso va stimolata a continuare a mangiare perché passa minuti infiniti immersa nelle dinamiche altrui: i miei nipoti che litigano tra loro o che si scambiano il cibo, mio fratello e mia cognata che parlano, sgridano o scherzano... Elisabetta ha due occhi molto grandi e di un colore indefinito tra il grigio e il verde: vederla con questi due occhioni sbarrati, immobile e serissima incute sempre un po' di timore nei presenti... Ma a me, lo ammetto, piace moltissimo.
All'open-day del nido a cui siamo andate si è comportata esattamente così: appena entrate mi ha subito ignorata, si è mossa all'interno dei locali fermandosi a osservare i giochi e i bimbi, ha scelto degli oggetti e si è seduta a giocare, tranquilla. Mi piace che sia serena e che si senta libera di muoversi e esplorare, mi piace che non stia sempre attaccata alla mia gamba ma anche che chieda il mio aiuto nelle situazioni difficili (ovvero quando un bambino l'ha spinta e quando ha avuto bisogno di una mano per sedersi sulla seggiola).
A volte vorrei che fosse più pronta nel prendere iniziative, altre volte vorrei che mi attribuisse il ruolo di mamma-oggetto simbiotico-che senza non posso stare... ma queste sono cose che riguardano me, non lei, ed è importante che io le riconosca.
Il gioco è un altro momento fondamentale durante il quale mi piace guardarla: a Natale Elisabetta ha ricevuto molti giochi, molti più di quelli che potrà usare in tutto quest'anno. Ne sono felice, sia chiaro, ma a volte mi stupisco di quanto a lungo si diverta ad aprire e chiudere una scatola e quindi mi chiedo cosa le serva veramente per essere felice... Nell'ultimo periodo ha scoperto il piacere di disegnare e di chiedere che le vengano disegnate le persone che ama, i cibi che mangia, Hallo Kitty e la luna, che la affascina moltissimo e che cerca sempre nel cielo.
Tra una settimana inizieremo il nido, e parlo al plurale perché è chiaro a tutti che sarò io a fare lo sforzo maggiore, non tanto per staccarmi da lei ma per entrare in relazione con le educatrici e le mamme, faccio una fatica terribile in queste cose: io nelle relazioni incespico, inciampo e mi incupisco. Sono ansiosa di scoprire quante nuove cose imparerà Elisabetta, come affinerà il gioco e la parola, come imparerà a smettere di impugnare il cucchiaio nella presa “a badile”... ma ecco, se avete voglia di scrivere una parola di sostegno alla sua mamma sociopatica ve ne sarei grata!

Un ultima, piccola riflessione...
Elisabetta è una bambina che chiede poche attenzioni: un giorno ne stavo parlando con la mia amica M., spiegandole il mio stupore nel notare che, nonostante il periodo difficile che stiamo attraversando, Elisabetta sembra non manifestare grossi bisogni affettivi. M. mi ha detto: “Bhe, è figlia tua: anche tu sei così.”
PAM.
Nel senso che non ci avevo proprio pensato,  che forse-esattamente come me-sotto l'apparenza di tranquillità di Elisabetta si muovono sentimenti contrastanti e bisogni che non trovano una via per manifestarsi.
Ho capito che con lei devo fare attenzione ai particolari, non sottovalutare alcuni segnali e nemmeno sopravvalutarne altri, ascoltare, parlare e spiegare, essere presente e consapevole, riflettere, pazientare, scoprire, lasciare che anche il silenzio sia pieno di amore.
Esattamente come fanno con me le persone che mi amano.
E a cui sono grata, oggi come sempre. Loro lo sanno.
giuppy

15 commenti:

  1. Buon inizio anno, buon inizio nido....si insomma... buon tutto. E lasciati vivere da questa nuova esperienza di Elisabetta. Sta crescendo...adesso arriva il mondo...adesso arriva il bello..e un po' di brutto.
    Ma fa parte del gioco. E allora gioca e divertiti più che puoi.
    Ci vedremo ai concelli dell'asilo????
    Pat

    RispondiElimina
  2. :) credo proprio che ci vedremo sui cancelli sì, mi riconoscerai benissimo dal labbro tremante e la fronte sudata!!!
    grazie pat

    RispondiElimina
  3. Sorrido perché capisco bene cosa intendi.
    Con mia grande sorpresa, è stato più facile di quello che pensassi! La struttura la fanno le persone, e se avrai la mia stessa fortuna loro inseriranno sia te che Elisabetta. Se ripenso a quei momenti mi sembra che abbiamo insegnato anche a me oltre che a mio figlio come separarsi e relazionarsi. Andrà tutto bene, sarà dura all'inizio, ma la vedrai anche sbocciare :-)

    RispondiElimina
  4. Ciao mamma sociopatica...mamma mia che parola complicata...che non dice niente...arrivi ai cancelli fai un bel respiro, fai un sorriso ed impara da tua figlia come si fa...lo hai descritto benissimo...osserva, sorridi e sopratutto respira per non farti venire ansie stupide...poi vedrai che piano piano tutto si aggiusta
    Un mega abbraccio
    Antonella

    RispondiElimina
  5. quando facevo danza contemporanea dovevamo imparare a cadere e ad alzarci "senza l'aiuto delle mani", ma solo con la forza dell'equilibrio... e regolarmente si franava a terra come sacchi di patate. L'insegnante ci disse: "osservate un bambino: come fa ad alzarsi, a sedersi, a muoversi... lui che ancora sta imparando segue il suo istinto e i suoi movimenti sono naturali e senza sovrastrutture".
    Credo che osservare un bambino, oltre che un segno di rispetto nei suoi confronti per capirlo, sia anche uno stimolo incredibile per noi adulti. Ci fa riscoprire delle zone del nostro essere che abbiamo trascurato per troppo tempo.
    che bello Giuppy che ti piaccia così tanto osservare tua figlia! quando scrivi di lei ho la sensazione che il tuo amore superi le tue preoccupazioni, e mi pare una cosa buona!

    ...PS: cercherò di scegliere stoffe allegre per il sacchetto dell'asilo, per tirarti su di morale! :-)

    RispondiElimina
  6. è sempre un gran piacere leggerti, è come guardarsi allo specchio... e riconoscersi nel bene e nel male!! su su ce la puoi fare ad affrontare questo mucchio di gente "sconosciuta" con i sorrisi prestampati e le braccia aperte.. sai credo nessuno farà caso alla tua sociopatia... che ti frega di essere sociale con le persone con cui non hai empatia!!!
    io più che fare chiacchiere con le altre mamme o le educatrici mi perdo nell'osservare i bambini, il loro mondo le loro dinamiche... un mondo bellissimo ma allo stesso tempo molto crudele e che ti fa riflettere forse troppo!! ti abbraccio forte il piccoletto mi reclama!!

    RispondiElimina
  7. "sotto l'apparenza di tranquillità di Elisabetta si muovono sentimenti contrastanti e bisogni che non trovano una via per manifestarsi": una presa di coscienza così bella vale non un post, cento post.
    un abbraccio.

    RispondiElimina
  8. Ma che tua figlia sia così "osservatrice e silenziosa" lo sai da sempre. Io l'ho letto diverse volte nei tuoi post.
    Che il suo silenzio non significhi disinteresse ma anzi.. l'esatto contrario, pure.
    Che il distacco dai figli è sempre un passo difficile (anche quando vanno all'università credi) lo sai e sei pronta ad affrontarlo.
    Sai per me cosa è stato più duro? Pensare che in un qualsiasi momento lei - lontana da me - poteva dire una parola nuova o imparare qualcosa che non venisse da me. Poi per il nido così come per altre "figure" ho capito che questo è un bene, che questa cosa le porterà ricchezza e non la staccherà da me assolutamente. E così è stato per entrambe.
    Poi al nido puoi anche trovare qualche mamma o educatrice con cui entri in sintonia, o anche no ma perchè - come tutti e come dappertutto - cerchiamo chi ci dà determinate sensazioni. Non sei obbligata a diventare amica delle mamme del nido. Io ho trovato un'amica che è tale da quasi 19 anni, ma è stata una su tante! ciao e... buon viaggio!

    RispondiElimina
  9. oggi primo giorno allo spazio gioco. Che ansia. Ho cambiato l'Alessandro, che inevitabilmente ha scopato il pavimento con le ginocchia e dopo due minuti i pantaloni erano bianchi e lui aveva in faccia dei brillantini presi non so dove. Alla fine i miei occhi sono stati solo per lui. Che girava indisturbato per l'ambiente nuovo, guardava le altre mamme, gli altri bimbi e un'occhiata a me ogni tanto la lanciava, giusto per essere sicuro. Ero io più che altro a cercare la sua presenza per rassicurarmi. Comunque, che ridere guardarlo giocare. E che SPETTACOLO. Quindi. Lunedì sarai pronta un'ora prima, starai malissimo, avrai il pensiero fisso tutto il giorno, ma poi. Quando andrai a prenderla. Secondo me ti sentirai dove avresti dovuto sempre essere. Lì, pronta ad accoglierla di nuovo tra le tue braccia.
    I

    RispondiElimina
  10. Sei una mamma attenta, che segue, guarda... e soprattutto ANNUSA la sua bambina.
    Quando non sarà serena, quando avrà bisogno di te per affrontare qualcosa che non capisce... tu lo saprai.
    E sarai lì per lei!
    Tieni duro, sei una brava mamma (e anche tutto il resto!) :-)

    RispondiElimina
  11. Vedrai che quando inizierà l'asilo sarai perfetta.. non starci troppo a pensare e ripensare.. sii te stesse, naturale e tutto andrà per il verso giusto.. proprio come devebandare!!
    kiss
    S.

    RispondiElimina
  12. che dite, quindi ce la posso davvero fare??? quindi devo farlo davvero???
    no perché io domani ho il colloquio con le educatrici "per spiegare come è elisabetta" e io spero tanto che si siano prese 4 ore per il colloquio perché sono 2 settimane che sto ripassando mentalmente le cose da raccontare.... facciamo subito la figura della mamma precisina-so tutto io??
    mi odieranno tutti, io lo so già..............

    RispondiElimina
  13. Le preoccupazioni di una mamma sono infinite....quelle di una,mamma che si fa carico da sola della crescita di un figlio sono pesanti. Cercare di capire e immaginare cosa prova un bambno e quali ripercussioni possano avete certe situazioni che si celano dietro Calma apparente é un'impresa ardua e a volte angosciante per una mamma. Io spesso nn credo di essere in grado di interpretare i segnali del mio bambino e questo mi spaventa soprstutto per il futuro..ma devo imparare a conviverci...

    RispondiElimina
  14. mamma canguro, come sai, parli anche per me.
    a volte è sconforto pieno, la sensazione che tutto nella vita di mia figlia sarà "a metà".
    a volte, non so dirti perché, mi travolge la sensazione di potenza del mio amore, la forza che arriva dal guardarla, capirla, starle semplicemente vicino....la sensazione che ce la faremo a stare bene :)
    sono circa sei mesi che dobbiamo vederci ma la mia vita è incredibilmente incasinata.... ma so che capisci anche questo :)

    RispondiElimina
  15. Sei una mamma forte e attenta ed Elisabetta è fortunata ad averti. Il mestiere di mamma è difficile ed io che sono alle prese con un figlio adolescente mi ritrovo davvero in crisi perchè non riesco più a trovare il modo giusto per arrivare lui. Ma ci provo, a volte sbaglio approccio, a volte sono troppo severa, a volte non so proprio cosa sono. L'importante è esserci con il cuore, provarci, e tu, nonostante tutte le tue difficoltà, non perdi mai di vista la tua missione di mamma. Sei brava.

    RispondiElimina