giovedì 23 febbraio 2012

Beautiful day


A volte, anche se non sembra, io le persone le ascolto. 
Così, quando tante persone vicine a me dicono che sto macerando troppo nella negatività e nella tristezza, ci penso.

E penso a quanto siamo complessi, a quanto la nostra vita sia un grande puzzle di giorni-momenti-sensazioni-sapori-profumi-musica-voci-respiri-silenzi. 
I mezzi di comunicazione moderni permettono di fissare solo attimi, fotografie spesso realistiche ma a volte invece falsate dalla sensazione prevalente che affiora in quel preciso istante. 

Ho pensato molto, complici un aperitivo di quelli che non si vedevano da tempo, un vestito coloratissimo comprato insieme alla ele (che io da sola non avrei osato nemmeno provare), una chat difficile con l'Amica, l'attitudine a usare il telefono per fare filmati ridicoli a me e a Elisabetta, la fortissima e improvvisa voglia di ridere. Il risultato del mio lungo e intenso pensare è questo post, quasi banale nel suo essere essenziale, in cui ho voluto scrivere le cose di me che raramente dico, ma che mi spingono ogni giorno a sorridere, a sentire le farfalle nella pancia, a credere in me giuppy. E magari a farvi capire un pò chi sono, perchè questo non lo dico davvero mai. Perdonate l'assoluta anarchia dei miei pensieri, ma è così che deve essere ora.

Amo la musica, amo compulsivamente la musica: il mio i-pod contiene più di 5.000 brani, e ancora non mi bastano. Sia chiaro, non so assolutamente  distinguere note e strumenti, ma questo non mi ferma: tutta la mia vita ha e avrà sempre una colonna sonora. La musica mi carica, mi fa sorridere, mi riempie l'anima, mi fa camminare più veloce, mi fa stare bene.

Amo la storia, e il modo in cui me ne sono innamorata è simbolico di come sono: in università l'unico esame in cui sono stata bocciata è stato storia moderna, fino a quel momento vagamente sopportata. Ho dovuto impegnarmi per rifare l'esame e superare quella bocciatura che rischiava di ledere in maniera irrimediabile la mia autostima... e paradossalmente, sudando sui libri di storia, ho cominciato ad amarla profondamente. Soprattutto amo la storia dei Balcani: mi emoziona moltissimo, ho parecchi libri che ne parlano e potrei comprarne e leggerne senza freni. 

Amo di me la parte più razionale, decisa e determinata che so di saper tirar fuori con energia quando è necessario. Amo la giuppy testarda che cammina con passo deciso. 
Ma amo anche la parte di me più istintiva, volubile e fragile, quella che mi fa inseguire  sogni impossibili e mi fa perdere nei pensieri di cose lontane. Amo la giuppy che inciampa, che cade sempre dalle scale e ride quando lo racconta. 

Amo il mio modo di scegliere le persone: solo ed esclusivamente di pancia, senza un briciolo di calcolo e di pensiero, mi butto nelle amicizie portandomi dietro tutta la fiducia che posso dare. 

Amo i vestiti: in questo sono frivola e del tutto irrazionale, e mi piace tantissimo esserlo.

Amo farmi fotografie stupide in cui sembro quasi bella (vedere sopra). Soprattutto farmele nei posti più improbabili e in mezzo alla gente.
Ah... Quella cicatrice sul mento è di una volta che sono caduta dal motorino, ci ho pianto  tantissimo ma ormai fa parte di me, come tante altre cose che mi hanno fatto piangere.

Amo sentire i miei amici ridere dei miei guai, adoro rendermi un pò buffa agli occhi di chi mi vuole bene. 

Amo le mie amiche, tutte così stupendamente diverse tra loro. 

Amo gli uomini intelligenti. Potrei fare una battuta e aggiungere "quando se ne trovano"... ma non è vero, non la penso così. Penso che ci siano davvero uomini con una mente interessante e visioni della vita stupefacenti, che possono dare stimoli e imput importanti  alle donne. 
Molti tra questi uomini sono miei amici. 

Amo il mio lavoro: per quanto stressante e spesso frustrante possa essere, sono rari i giorni in cui davvero non ci trovo qualcosa di stimolante. 

Amo lamentarmi del mio lavoro. 

Quando mi innamoro di un posto, me ne faccio una fotografia mentale completa di sensazioni e la tengo ben stretta nella testa per i momenti difficili. Così, quando sono triste, mi ritrovo a girovagare per le vie di Tarvisio, sulla spiaggia di Lignano al tramonto con le tessere di Scarabeo sull'asciugamano, nei boschi di Borgotaro a raccogliere frutti di bosco, oppure potreste incontrarmi a Cagliari durante la processione di S. Efisio, sui Navigli un sabato di settembre, seduta su quella spiaggia bianchissima dell'Elba quando la marea si è alzata, sul lago di Bled in quell'agosto freddo o sul Tamigi in quel febbraio di sole. 


Di tutti quelli che appartengono al mio mondo, mio fratello è certamente la persona che amo in maniera più smisurata. La relazione con lui, profondissima e sacra, richiama in me un affetto che non ha termini di paragone su questa terra. 

Amo le persone che sanno mantenere la giusta distanza: vicine ma non troppo, loquaci ma non troppo, affettuose ma non troppo, audaci ma non troppo. E soprattutto... non troppe tutte insieme: nei gruppi mi perdo e mi disoriento!

Amo le persone che mi fanno ridere, ma anche quelle che sanno farmi piangere. Per poi, subito dopo, farmi ridere. 

Amo vedere la poesia nelle banalità della vita. Ma mi vergogno tantissimo a raccontarlo. 

Ho imparato che la tristezza e il dolore vanno affrontati e che, in qualche modo, devono sedimentare e decantare dentro di me prima che io possa davvero sentirmi serena. Nel frattempo, devo ricordarmi che posso permettermi di divertirmi, di concedermi qualche sbavatura, di lasciarmi un pò andare, di essere un pò sopra le righe. Esattamente quello che sto cercando di fare. 
E cerco sempre di ripetermi quello che dicono gli U2 nella canzone che dà il titolo al post: 

What you don't have you don't need it now
What you don't know you can feel it somehow



giuppy

9 commenti:

  1. I post a ruota libera sono quelli che raccontano di più di te.
    Non sai in quanti punti mi ritrovo in te in questa descrizione che ne fai, e non sarei riuscita a dirlo meglio di te.
    L'amore per la storia, il non ritrovarsi nei gruppi, la distanza di sicurezza anche dalle persone più care, o quando parli delle tue amiche tutte così stupendamente diverse tra loro...
    Persino in quella cicatrice sul mento (io ho i due incisivi rotti e il labbro inferiore segnato da due cadute ravvicinate di muso durante l'infanzia). Ho pianto a lungo per il mio viso deturpato a vita, ma poi, come tu dici, ho iniziato a sentire quei difetti parte del mio essere, della mia storia. Ciò che siamo sono anche i momenti più brutti, la nostra bellezza è nell'averli superati.

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  2. Che bella che sei. Il sorriso non si può scrivere, mannaggia, ma mi hai fatto sorridere a lungo e per tutto il post.

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    1. Puoi sempre fare una faccina... tipo :-)
      hai ragione: non è lo stesso! ;)

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    2. :) noooo non è davvero lo stesso!
      sus, direi che "storia" è la parola magica di oggi!
      Sono contenta di far sorridere, di solito mi vedo sempre con la labbra in giù!
      e.......... causa tuo viaggio e impossibilità di sapere la data di rientro, malattie a catena della bimba... il pacchetto non ha ancora lasciato Bergamo, ma non diffidare, ce posso fare :))

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    3. Oh, beh... io sono ancora parcheggiata da mia madre a Roma, fino a domenica, quindi non potevo sapere! ma ora che ti sei sputtanata (ops... si può dire?) ti posso bacchettare!

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  3. questo post era quello che ci voleva in questo venerdì ancora al lavoro. Mi sembra di leggere stralci di un diario personale, mi sembra di curiosare (col tuo permesso) tra le tue foto e i tuoi pensieri. Bellissimo davvero!

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  4. Secondo me la cicatrice e' carinissima :-)

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