mercoledì 17 ottobre 2012

Ebibabetta e Mamma Iusi sono qui.




Chiama le persone per nome, ma se non sa i loro nomi le chiama "signore, signora". 

Ha sviluppato un interesse spiccato per i piccoli animali: formiche, bruchi, api, millepiedi. Un giorno mi ha chiamata felicissima per mostrarmi una cavalletta, orrendamente adagiata in un angolo di un parcheggio... io la strattonavo via e lei la salutava allontanandosi. 

Distribuisce ruoli: tu sei nonna, tu sei Echica, tu sei Ebibabetta, tu sei la dottoressa... 

Ringrazia a sorpresa, in un modo dolcissimo che ruba il cuore: "Mamma, mi hai comprato le fialette (di fisiologica) ma grazie mamma, grazie! Mamma mi cambi perchè sono sporca, grazie!"

Fino a qualche mese fa sembrava del tutto indifferente ai miei spostamenti e ai miei arrivi, ora invece sono diventati i nodi critici della nostra relazione. Mi chiede spessissimo se resto con lei o se devo andare via, quando torno dal lavoro chiede conferma: "Sei tornata mamma? Stai qui adesso?" con un filo di ansia che mi spiazza sempre.

Ha imparato che mamma e papà vivono in due case diverse, che ci sono tempi da passare con papà, con mamma, con nonna, con nonna e mamma, con mamma e papà, sa che non è lei a deciderli e quindi fanno tenerezza le sue domande, come: "Dove dormo oggi?". Non mi lascio colpire dalle mille implicazioni che sembrerebbe portare questo suo disorientamento: lei chiede, sente la risposta e si adatta. Non ho idea di come stia crescendo dentro di lei il concetto di famiglia, non chiedetemelo ora. So che ha imparato che mamma e papà sono entità separate ma anche un'entità unica dal punto di vista emotivo e affettivo. E per ora questo mi pare  importante. 

Poi è successo che avevo detto "A settembre cerco casa". E invece a settembre casa l'ho proprio trovata. Una piccola casa con un divano rosso e una cucina bianca, una stanza per noi due, giusto giusto quello che ci serve per stare bene insieme. I miei pensieri ora si  avvitano su questi cardini: Non so se ce la farò-sono felice perchè vado a vivere da sola ma ho Elisabetta-voglio essere autonoma ma dipendo da tutti- No non ce la farò. 
Lei ha visto il suo lettino nuovo e il quadro dei gufi, e sembrava felice.  Non abbiamo ancora iniziato a dormire nella casa "nuova", la maniaca della pulizia qui presente dovrà probabilmente pulire le fughe delle piastrelle prima di decidere che la casa è pronta.

Non ancora due anni e mezzo, due traslochi, la terza casa in cui vive, due genitori separati.  Quando ci penso, mi sembra un dramma. 

Ma a me piace pensare che Elisabetta crescerà muovendosi in tre case diverse: quella di mamma, di papà e della nonna, destreggiandosi in  regole e abitudini diverse, guardando la televisione su  divani diversi (uno azzurro, uno rosso e uno beige), dormendo in tre lettini diversi, sentendosi a casa in tutti i luoghi in cui troverà affetto. 

Più che altro, lo spero. 

In ultimo, un dramma ma anche una cosa bellissima: l'amata Echica non ci sarà per un pò al nido, perchè sta facendo la cosa più importante del mondo, aspettare un bambino. Malgrado la felicità per lei, confesso che mi ha angosciato capire che Elisabetta dovrà vivere il distacco da una figura che per lei è così carica di affetto, così familiare.  Nel dubbio e non sapendo come affrontare la cosa con lei, ho fatto la scelta migliore, da vera mamma moderna, consapevole e riflessiva: non l'ho affrontata, sperando che qualcun altro lo facesse al posto mio, "Qualcuno al nido le dirà pur qualcosa".  Mi ha colpita molto questa mia paura di affrontare le paure, questa stupidissima inclinazione a sperare che le cose importanti si affrontano nelle "sedi giuste" e non a casa. Mi è sembrato vicinissimo il rischio di delegare l'educazione affetttiva a qualcun altro, che di certo "sa trovare le parole, sa come farlo". No, mi sono detta, ora lo faccio io, lo devo fare, devo essere io a spiegare a Elisabetta che la sua adorata Echica non tornerà al nido per molto tempo, perchè dovrà curare un bambino suo. Brava Giuppy, così si fa. 
Infatti è passata una settimana e ancora non ho trovato il momento giusto per affrontare l'argomento... ma lo farò, sì che lo farò... 

In ultimissimo.... perdonate la lunga assenza, ma è stata un'assenza densa di pensieri e di impegni, di bronchiti.... e di Ikea. 
giuppy

3 commenti:

  1. E allora sarò la prima a commentare! Con Mimi che mi morde il braccio e dice "Mamma mi metti ivvideo della balena?"
    Dai, in effetti l'assenza di Echica mi pare un argomento che può spettare benissimo alle maestre al nido giustificare. a meno che lei non ti interpelli direttamente sulla questione: in fondo è un aspetto della sua vita che NON riguarda te. A te dipanare i rapporti e le dinamiche familiari, rendere comprensibile e naturale qualcosa che evidentemente tu ancora senti come "fuori posto", altrimenti non continueresti ad interrogarti su come tutta questa situazione potrà influire sulla crescita di Elisabetta... e a proposito: secondo me stai facendo un buon lavoro. L'importante, io credo, è trasmettere sicurezze. Per quanto Elisabetta potrà risentire di avere due genitori separati, l'importante è che continui a vivere nella certezza che entrambi ci siano e che la amino.
    Che altro? Ben tornate!

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