lunedì 10 gennaio 2011

Di topi e Montessori.

Mi sono chiesta molte volte, in questo ultimo mese, cosa avrei voluto scrivere nel mio primo post su quel blog che fino a ieri quasi non aveva un nome.

Magari scrivo di Elisabetta-così stufo tutti con la storia della mamma innamorata della sua bimba e fine del blog in due mesi.
Magari scrivo di me in veste mamma-così stufo tutti con la storia della mamma che finge di essere incapace ma sotto sotto si crede perfettina. Blog chiuso in 3 giorni.
Magari scrivo della mia vita oltre a Elisabetta! Blog chiuso per mancanza di post.
Magari.... ecco, ci siamo.
Il mio problema è che io sono questa, una che pensa al post di un blog che nemmeno esiste. Una che si immagina dentro agli scenari della vita per capire in anticipo come andranno le cose.
Ma non è che immagino scenari da film, capiamoci, io mi perdo venti minuti a immaginare come potrebbe andare la cena a casa di amici prima ancora che la cena sia confermata. E studio tutto: allora, elisabetta la metto lì sul suo tappeto con la giraffa, le chiavette e il topo*, io mi siedo da quella parte del tavolo così è più facile vederla, posso cambiarla sul divano anche senza bisogno di spostarci in bagno, così non mi perdo nulla dei discorsoni della cena, poi verso le 9 e mezza è meglio se le metto il pigiama... E' più forte di me, un istinto incontrollabile, un modo di vivere la vita maturato in anni di esperienze...che è sicuramente meglio se racconto più avanti. Insomma, sono pesante anche a me.

E allora facciamo che oggi gioco a stravolgermi e dico un pò di cose che non avevo immaginato, previsto, visto.
Non immaginavo che a furia di dire alla ele "apri un blog!!!!" sarebbe venuta voglia anche a me.
Non avevo previsto che avere un figlio sarebbe stato così travolgente e stravolgente.
Non avevo immaginato quanto la maternità arricchisca il pensiero di profondità, e quanto faccia venire voglia di condividere quello che si sente e si vive. Non è una necessità spinta dal bisogno più bieco ("mal comune..."), ma è come se le mamme si cercassero per dare nomi nuovi alle sensazioni che provano, per capire cosa c'è dietro le affermazioni stereotipate di chi parla di maternità, per trovare le energie necessarie a fare il lavoro più bello e faticoso del mondo: educare.
Non credevo che sarei stata così interessata a quello che succede in rete, nei blog, tra le mamme. Non è un universo parallelo di donne che si scambiano consigli sulla marca di pannolini che assicura la miglior tenuta, no, non è proprio come lo immaginavo.
E' cultura.
Ho imparato di teorie montessoriane più nei blog che a scuola, e il motivo non è solo che ora sono spinta da un interesse reale, ma che ho incrociato donne che parlano di Montessori declinandola dentro alla loro casa, alla loro vita, ai giochi dei loro bambini. Sono donne che cercano di rendere reale un'idea.
E io mi sento felice, perchè ci sono dentro in pieno.
giuppy

*Sì, a me piacciono i peluche a forma di topo. Piacciono anche a Elisabetta, giuro!

2 commenti:

  1. Beh, qualcosa da dire sui topi? Sono simpaticissimi ;-D

    Come ti capisco... io sono quella che è sempre stata presa in giro in casa perché preparo tutto in anticipo, per andare in ferie comincio a fare la lista della roba da portare mesi prima e quand'ero in Volante nella mia sacchetta avevo di tutto, giuro, perfino gli aghi per cucire il cuoio, che ogni tanto ci strappavamo i giubbotti durante gli interventi...

    Non so nulla di maternità non avendo mai avuto figli ma immagino che per una mamma, dal momento in cui si rende conto di essere incinta, sia come sentire con due cuori che battono in petto, e vivere due vite insieme.

    E le donne sulla rete sono qui per condividere e danno la cosa più preziosa che hanno: la loro stessa vita.

    Un bacio

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  2. :) ormai sono famosa per i "cartoni" che preparo prima di ogni vacanza.... e ci metto tutto!!!!
    La maternità è proprio una cosa strana dani, oltre ai due cuori a volte è come avere 4 occhi, 4 mani, 2 bocche!
    un bacione!!

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