mercoledì 4 luglio 2012

Ago e filo


C'è stato un tempo in cui gli errori sembravano rimediabili. Si tracciavano linee, si chiudevano cerchi. Dentro e fuori.

C'è stato un tempo in cui le cose che si dicevano erano pilastri. Dentro e fuori. 

Ci sono stati giorni con i piatti in tavola e scarpe bagnate sul pavimento, orchidee che fiorivano sul davanzale della mia finestra preferita. 

Pizze da asporto, una per me e due per te. Io la rucola, sempre e comunque. Fammela assaggiare dai. Ma sai che mi piace?

Cavi sparsi ovunque. Non ho mai capito bene a cosa servissero, ma tu lo sapevi e andava bene così. 

Il mio disordine, il posacenere pieno, gli accendini nello stesso posto, per trovarne sempre uno. 

La mia voce che riempiva le stanze, la mia risata, i miei intercalare, l'armadio color tortora. 

Le date che si mescolano nella mia testa, i cinque mesi che tu non hai saputo capire: sono salita su un treno e ho fatto il viaggio da sola. Poi sono tornata indietro, ma ero diversa.


Domenica mi hai detto: Fotografa le ombre delle persone, non le persone: vedrai che la foto viene più bella. Non hai capito cosa mi stavi dicendo davvero. 

A volte, ho la sensazione che si sia aperto un baratro sotto i miei piedi: ho tentato di cucirlo con ago e filo. 

Non ci sono riuscita. 

giuppy

6 commenti:

  1. Non puoi cucirlo da sola. Ricordi? Perfino Peter Pan con tutta la sua magia aveva bisogno di Wendy per ricucire la sua ombra alle scarpe.

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  2. A me suona terribile la frase sul fotografare le ombre... (che poi in realtà sono belle e sono parte di noi.. ma da lì a dire il resto...).

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  3. un abbraccio virtuale può bastare come conforto?
    Pat

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  4. non si può cucire o ricucire qualcosa di sfilacciato.
    Non tiene.
    Un bacione enorme

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